Trapani

Solidarietà al giornalista Rino Giacalone

Dopo la condanna del giornalista trapanese Rino Giacalone con sentenza emessa dalla Corte di Appello di Palermo per diffamazione aggravata nei confronti del boss mafioso defunto Mariano Agate (in primo grado il giornalista era stato assolto) si mobilità la categoria con significative iniziative. L’ultimo intervento è di Sandro Ruotolo, presidente Unione cronisti della Campania, che […]

Pubblicato 4 anni fa

Dopo la
condanna del giornalista trapanese Rino Giacalone con sentenza emessa dalla Corte
di Appello di Palermo per diffamazione aggravata nei confronti del boss mafioso
defunto Mariano Agate (in primo grado il giornalista era stato assolto) si
mobilità la categoria con significative iniziative.

L’ultimo
intervento è di Sandro Ruotolo, presidente Unione cronisti della Campania, che
riportiamo integralmente:

Caro
Rino,

questa
vuole essere una lettera aperta per esprimerti lo stupore, l’indignazione anche
lo sconforto per la decisione della Corte di Appello di condannarti per aver
diffamato un boss, il boss di Cosa Nostra di Mazara del Vallo, Mariano Agate,
deceduto, definendolo un pezzo di m**. I giudici sostengono che anche il
peggior mafioso abbia diritto alla dignità. Non è in questa sede il caso di
disquisire nel merito. Quel modo di esprimersi nella lingua parlata è ormai
abbondantemente usato anche in luoghi istituzionali. Io colgo nella decisione
di quel tribunale un segnale pericoloso, di quell’eccesso di formalismo, che
ricorda a noi cronisti più anziani, i tempi bui del giudice Carnevale,
“l’ammazzasentenze”.

Caro
Rino Giacalone è una vita che ti conosco e conosco la tua passione per la
ricerca della verità, in terra di mafia, spesso isolato. La tua è la terra dove
latita Matteo Messina Denaro, dove decine di logge massoniche sono piene di
mafiosi, dove delegittimare un cronista vuol dire esporlo al rischio della
vita. Io so che ricorrerai in Cassazione, in primo grado eri stato assolto, convinto
come me di aver ragione.

Caro
Rino, come sai da più di un anno sono diventato il Presidente dell’Unione
cronisti della Campania. Penso di poter esprimere, a nome dei cronisti della
Campania, del sindacato dei giornalisti della Campania, la nostra solidarietà.
La mafia è una montagna di merda.

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