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“Non si piegò alla mafia e venne ucciso”: al via processo dopo 27 anni ma il comune non è parte civile

Al via l’udienza preliminare a carico di Filippo Sciara, 56 anni, già affiliato alla “famiglia” mafiosa di Siculiana, accusato dell’omicidio dell’imprenditore agricolo Diego Passafiume,ucciso il 22 agosto 1993 – giorno del suo matrimonio – a Cianciana, piccolo centro nell’agrigentino. A distanza di quasi trent’anni, e dopo una svolta nelle indagini avvenuta nel 2018, Sciara, 56 […]

Pubblicato 5 anni fa

Al via l’udienza preliminare a carico di Filippo Sciara, 56 anni, già affiliato alla “famiglia” mafiosa di Siculiana, accusato dell’omicidio dell’imprenditore agricolo Diego Passafiume,ucciso il 22 agosto 1993 – giorno del suo matrimonio – a Cianciana, piccolo centro nell’agrigentino. A distanza di quasi trent’anni, e dopo una svolta nelle indagini avvenuta nel 2018, Sciara, 56 anni, è accusato di omicidio premeditato, con l’aggravante di aver agevolato l’attività dell’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra. La vittima, onesto imprenditore 41enne nel settore del movimento terra, mentre era alla guida della propria auto, era stata raggiunta da alcune fucilate, sparategli da un ignoto, che si era subito dileguato con altri complici, a bordo di un’autovettura. Durante le immediate ricerche, i Carabinieri ritrovarono, in fiamme, l’auto utilizzata dai killers.L’autopsia confermò che l’imprenditore era stato colpito da tre fucilate, di cui una in pieno volto.

All’udienza preliminare, che si celebra davanti il gup Castiglia, si è costituita parte civile l’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione”. La stessa associazione ha espresso perplessità per la mancata costituzione del Comune di Cianciana che dunque non sarà parte civile. Lo scrive il quotidiano La Sicilia.

Il «cold case» è stato risolto grazie alla raccolta ed all’incrocio di alcuni indizi raccolti nel tempo. La vera e propria svolta nelle indagini si è avuta nel Luglio del 2017, allorquando i militari dell’Arma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno acquisito determinanti indizi di colpevolezza nei confronti di un individuo, sospettato di essere l’esecutore materiale del brutale omicidio. In particolare, grazie ad alcuni album fotografici esibiti ad alcuni parenti della vittima, che all’epoca avevano assistito alla tragica scena del delitto, i Carabinieri hanno stretto il cerchio dei loro sospetti nei confronti di Filippo Sciara.Gli elementi di prova raccolti, sono stati poi confermati anche dalle convergenti dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia (Salemi Pasquale, Di Gati Maurizio e Vaccaro Giuseppe Salvatore), anche essi in varie circostanze arrestati dai Carabinieri di Agrigento, secondo i quali è emerso che l’omicidio fu commesso nel contesto mafioso territoriale, in quanto Diego Passafiume era ritenuto un imprenditore “scomodo”, che faceva troppa concorrenza alle dinamiche mafiose.

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