Mazzette per il rilascio delle salme, due indagati agli arresti domiciliari
Tra gli indagati due impresari di pompe funebri agrigentini: A. C. di Sambuca di Sicilia, 62 anni e B. S., 37 anni di Sciacca.
Il gip di Palermo Carmen Salustro ha disposto gli arresti domiciliari per due dei nove indagati nell’inchiesta su un giro di mazzette per la gestione delle salme custodite nella camera mortuaria del Policlinico di Palermo.
Ai domiciliari sono finiti Marcello Gargano, 64 anni, e Salvatore Lo Bianco, 58 anni, entrambi operatori della camera mortuaria del Policlinico. Per Antonio Di Donna, 62 anni, e Giuseppe Anselmo, 66 anni, invece il gip ha disposto la misura della presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria e la sospensione dall’esercizio di pubblici uffici o servizi per un anno. Obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria anche per Marcello Spatola, Giacomo Marchese, Francesco Trinca, Nunzio Trinca, Davide Madonia, tutti referenti di note imprese funebri.
Tra gli indagati due impresari di pompe funebri agrigentini: A. C. di Sambuca di Sicilia, 62 anni e B. S., 37 anni di Sciacca. Numerosi gli agrigentini (Cammarata, Favara, Ribera, Licata) vittime di estorsione.
Le indagini avrebbero svelato l’esistenza di un sodalizio, composto da tutti e quattro i componenti della camera mortuaria, “dedito alla stipula di accordi corruttivi con i referenti di numerose imprese funebri locali per la gestione delle salme. Un’associazione che prevedeva un rigido tariffario ed il mantenimento di una puntuale contabilità, elementi ritenuti sintomatici della pervicacia criminale dei quattro impiegati dell’obitorio”. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità.






