Agrigento

Con “Phonomatopea” di Enzo Gambino le voci e lo strazio del vivere pirandelliano

Testo e foto di Diego Romeo

Pubblicato 3 anni fa

Ha terminato da poco una lunga tournée teatrale con “L’anima buona del Sezuan” insieme a Monica Guerritore, e l’altra sera nello scenario di Villa Romana l’attore agrigentino Enzo Gambino si è preso una vacanza, manco a dirlo lavorando e portando in scena un suo testo che lui ha chiamato “Phonomatopea”.

A dargli una colonna sonora in diretta e appropriata ai tempi della sua vertiginosa interpretazione, Rodolfo Pagano al pianoforte e Mimmo Pontillo al contrabbasso. E come se non bastasse si è aggiunto lo sciabordio del mare che lambisce Villa Romana e che rimane per tutti gli spettacoli ospitati il tratto distintivo di questa location.

Vertiginoso, dicevamo perché il testo assemblato da Gambino è una  sorta di precipitato chimico dove lo shakeraggio dei personaggi pirandelliani ha trovato in Gambino un talentuoso  performer. Musica originale, versi  e frasi topiche pirandelliane elaborate e sottratte con perizia chirurgica alle capacità espressive della lingua mediante la creazione di elementi lessicali che vogliono suggerire acusticamente, con l’imitazione fonetica.  

Una sorta di armonia imitativa  che viene fuori da un “precipitato chimico-pirandelliano”, con il solido che, (secondo la legge della chimica) diventa soluto fino al superamento del limite di solubilità. Insomma detto in soldoni un “Pirandello da bere” a grandi sorsi per un pubblico aduso ai testi pirandelliani.

Incontriamo Gambino alla fine dello spettacolo e gli chiediamo conto di questo azzardo riuscito.

“Si, in realtà è stato un azzardo perchè di solito, Pirandello è portato in scena con i suoi cavalli di battaglia I giganti della montagna, I sei personaggi, Il berretto. Ma nessuno si è mai curato di portare in scena il pensiero profondo di Pirandello che troviamo in opere minori, nei  personaggi che vivono tra gli interstizi delle novelle, un pensiero che io ho cercato di esplicare attraverso tre figure-novelle fondamentali dove secondo me si racchiude l’essenza pirandelliana, la novella la “Verità”, Il treno ha fischiato, e poi la novella dove Pirandello incontra il suo personaggio, quel  dottor Fileno di “Tragedia di un personaggio”. Da li ho cercato di sviluppare non solo la frammentazione dell’io, il sentimento del contrario ma li  ho anche incastonati attraverso un filo conduttore che lega le poesie di Pirandello le quali  mi sono servite come modus narrandi”.

Anche con i versi in dialetto, insomma hai fatto un precipitato chimico pirandelliano

“Si, e poi un’altra cosa, mi sono servito non solo della musica tradizionale ma anche di quella contemporanea”.

Precisiamo che le musiche sono tue

“Si sono tutte mie originali”.

Questa splendida scena di Villa Romana ha bisogno di essere meglio adibita e messa in calendario in date più appropriate, non ti sembra?

“Bisognerebbe non concentrare tutto nella Valle dei templi e impiegare altre location a seconda del carattere delle manifestazioni, perché a volte queste location vengono penalizzate dalle concomitanze di altri spettacoli. Chapeau al direttore del Parco, Roberto Sciarratta che ha voluto fortemente incrementare Villa Romana”.

E poi ci sarebbe il Parco dell’Addolorata con quell’anfiteatro che va in rovina e per niente utilizzato.

“Quello dell’Addolorata è una cattedrale nel deserto e proprio lì si dovrebbero tenere dei concerti, degli eventi tipo Siracusa, Gibellina, e con  tutta l’eredità di grandi autori che abbiamo”.

Una eredità che spesso non riusciamo a interpretare e a gestire. Ma torniamo alla tua attività Dopo la lunga stagione teatrale con la compagnia di Monica Guerritore e “L’anima buona del Sezuan” ti sei preso, lavorando, una bella vacanza agrigentina. E poi?

Si, abbiamo finito questa lunga tournée con Monica Guerritore e adesso mi preparo ad un nuovo lavoro con il remake di “Ginger e Fred” ispirato a Federico Fellini. Alla Guerritore si aggiunge quest’anno Alessandro Benvenuti, notissimo per i Giancattivi e il televisivo “I delitti del barlume”. Ho anche un’altra prospettiva per un lavoro col teatro catanese e con riferimento ad un’opera di De Roberto. Ancora siamo però alle prime battute, potremo parlarne meglio appena si concretizza qualcosa”.

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