Agrigento ricorda Beppe Montana, il cacciatore di latitanti che sfidò la mafia
Sono trascorsi quarant’anni dalla vigliacca uccisione di Beppe Montana, poliziotto agrigentino a capo della mitica sezione catturandi della Squadra mobile di Palermo
Sono trascorsi quarant’anni dalla vigliacca uccisione di Beppe Montana, poliziotto agrigentino a capo della mitica sezione catturandi della Squadra mobile di Palermo. Agrigento ricorda un vero e proprio eroe, uno “sbirro” di quelli veri, mente raffinatissima che riuscì ad ottenere risultati di spessore in quegli anni di mattanza: il ritrovamento dell’arsenale di Michele Greco, il “papa” di Cosa Nostra; il maxi blitz San Michele, l’arresto del boss Tommaso Spadaro.
Una cerimonia si è tenuta questa mattina davanti la sede della questura di Agrigento che – dal 2018 – porta proprio il nome di Beppe Montana. Prima è stata deposta una corona d’alloro proprio sotto la lapide che riporta il nome del poliziotto, alla presenza del questore di Agrigento Tommaso Palumbo, del prefetto Salvatore Caccamo, del sindaco Francesco Miccichè e dell’assessore regionale Marchetta, alla presenza del procuratore della Repubblica Giovanni Di Leo, e delle alte cariche militari e civili. Poi in via Manzoni, l’inaugurazione del murales che raffigura Montana, presso l’Istituto Esseneto di Agrigento, opera finanziata dalla “Fondazione Federico II” diretta dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e realizzata dall’artista Igor Scalisi. La giornata di memoria si è conclusa con una messa presso la chiesa Badiola.
Il commissario Montana, nato ad Agrigento nell’ottobre 1951, figlio di un funzionario del Banco di Sicilia, era un cacciatore di latitanti. Tre giorni prima del suo omicidio era riuscito ad interrompere un importante summit mafioso in una villetta di Buonfornello. Montana era diventato pericoloso per Cosa Nostra. Il 28 luglio 1985 vengono mandati killer di primo piano per fermarlo: Agostino Marino Mannoia, Pino “Scarpuzzedda” Greco e Giuseppe Lucchese. Una ventina di colpi sparati da una 357 Magnum ed una calibro 38. Montana venne ucciso nel porto di Porticello, a Santa Flavia, a pochi passi da dove era ormeggiato il suo motoscafo.