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La cocaina recuperata dai pescherecci e spacciata in provincia, in 5 chiedono di patteggiare 

Ingenti quantitativi di cocaina “sputati” dal mare e recuperati dai pescherecci finivano nelle piazze di spaccio agrigentine: in 24 rischiano il processo

Pubblicato 15 ore fa

Cinque delle ventiquattro persone coinvolte nelle due inchieste – Levante e Zefiro – su un maxi traffico di cocaina a Lampedusa hanno chiesto di patteggiare la pena. È quanto emerso dalla prima udienza preliminare celebratasi questa mattina davanti il giudice del tribunale di Agrigento, Alberto Lippini. In realtà, un passaggio “a vuoto” dovuto ad alcuni vizi di notifica che hanno imposto il rinvio al prossimo 25 novembre. Agli atti – però – sono già presenti le richieste di cinque patteggiamenti. Si tratta di Domenico e Nicola Cucina, 58 e 35 anni, di Lampedusa; Davide Miotti, 40 anni, di Genova; Dario Giardina, 44 anni, di Favara e Celestino Lepredoro, 54 anni, di Lampedusa. Sarà il giudice a dover valutare ed eventualmente ratificare l’accordo tra le parti. 

La procura di Agrigento – con il pm Giulia Sbocchia – ha chiesto nelle scorse settimane il rinvio a giudizio di 24 persone. L’inchiesta, eseguita sul campo dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Agrigento, non soltanto ha ridisegnato la centralità di Lampedusa sulla mappa del traffico di cocaina ma ha svelato anche il ruolo di alcuni pescherecci che, oltre a pescare gamberi, hanno portato sulla terra ferma chili e chili di polvere bianca. Non uno ma ben due carichi, per un peso complessivo di quasi 200kg, pescati in acqua. 

Una parte di questo carico – 57 chili trovati alla Secca di Levante, zona a sud di Lampedusa – sarebbe poi stata portata sulla terra ferma dal peschereccio “Nuovo Vincenzo Padre”. Le indagini prendono spunto dal sequestro di 24 chili di cocaina a Ignazio Umberto Blandina. Un fatto che stupì gli stessi investigatori che conoscevano i trascorsi del pregiudicato che di norma aveva gestito “normali” quantità di stupefacente. Tra acquisizioni investigative e una parziale collaborazione di Blandina i carabinieri hanno delineato in maniera efficace il quadro generale entro cui muoversi: nomi, ruoli, rotte e affari.  Le due operazioni – scattate tra l’estate 2023 e quella del 2024 – portarono al fermo complessivo di 22 soggetti. Undici vennero in seguito scarcerati dal giudice che, pur riconoscendo la bontà dell’impianto accusatorio, decise una misura cautelare meno afflittiva alla luce dell’esclusione del pericolo di fuga e del tempo trascorso dai fatti contestati. 

GLI IMPUTATI

Ecco gli imputati: Antonino Di Maggio, 61 anni, di Lampedusa; Sana Sarr, 68 anni, del Senegal; Waly Sarr, 39 anni, del Senegal; Mbaye Ibrahima, 46 anni, del Senegal; Vincenzo Alessio Lo Verde, 36 anni, di Lampedusa; Vincenzo Barbera, 32 anni, di Lampedusa; Tony Sparma, 22 anni, di Lampedusa; Nicola Minio, 47 anni, di Ancona; Gningue Lo Doudon, 34 anni, del Senegal; Giovanni Blandina, 83 anni, di Lampedusa; Jacopo Blandina, 35 anni, di Lampedusa; Dario Giardina, 44 anni, di Favara; Francesco Romano, 47 anni, di Catania; Marco Consiglio, 45 anni, di Gioiosa Marea; Salvatore De Battista, 50 anni, di Lampedusa; Domenico De Battista, 33 anni, di Lampedusa; Domenico Cucina, 58 anni, di Lampedusa; Nicola Cucina, 35 anni, di Lampedusa; Cristofaro Romano, 26 anni, di Catania; Davide Miotti, 40 anni, di Genova; Basilio Riccardo Cardamone, 43 anni, di Cosenza; Angelo Scudellari, 42 anni, di Erice; Carmelo Fallea, 50 anni, di Favara; Celestino Lepredoro, 54 anni, di Lampedusa. Nel collegio difensivo gli avvocati Leonardo Marino, Giuseppe Barba, Nicola Chinappi, Vincenzo Caponnetto, Calogero Meli, Salvatore Pennica, Salvatore Collura, Fabiola Susanna Caroli, Valentina Riccobene, Gaetano Gucciardo, Serena Romano, Salvatore Tirinnocchi, Giuseppe Contato, Gerlando Vella, Basilio Vella, Alessia Pappalardo, Antonietta Privitera, Angelo Asaro.

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