Agrigento

Dispersione di acqua dalla Rupe Atenea fino a via Papa Luciani, insorgono Legambiente e Agrigento Punto e a Capo

Le due associazioni chiedono spiegazioni in primis alla presidente del Cda di Aica, Danila Nobile

Pubblicato 14 minuti fa

La comunità agrigentina manifesta crescente preoccupazione per la continua dispersione di migliaia di metri cubi di acqua potabile ogni giorno, dalla zona della Rupe Atenea fino a via Papa Luciani. Tale situazione solleva interrogativi sull’origine dei debiti milionari con Siciliacque, che risultano in aumento esponenziale rispetto al passato.

La presidente di AICA, Danila Nobile, ha fornito una spiegazione tecnica che appare poco convincente per giustificare il flusso d’acqua che da mesi interessa via Papa Luciani. Secondo la presidente, si tratterebbe di un “normale” sovrappieno che obbligherebbe il gestore AICA a sversare su strada diverse decine di litri al secondo per periodi prolungati. Tuttavia, riteniamo che questa posizione sollevi legittime perplessità: qualora vi fosse effettivamente un surplus di acqua fornita da Siciliacque ai serbatoi comunali, il gestore avrebbe la possibilità di incrementare la distribuzione ai cittadini o di richiedere una riduzione delle portate a Siciliacque”, si legge in un comunicato congiunto di Legambiente e del gruppo Agrigento Punto e a Capo.

La scelta di disperdere costantemente nelle campagne acqua potabile acquistata a tariffe elevate non sembra rientrare tra le opzioni giustificate da criteri di buona gestione. Per tale motivo, riteniamo necessario che la presidente chiarisca pubblicamente tutti gli aspetti tecnici, gestionali, economici e ambientali relativi a questa vicenda. Mentre la cittadinanza è soggetta a turnazioni idriche, manutenzioni carenti, tariffe in aumento e mancata erogazione dei bonus idrici, la prassi indicata dalla presidente suscita dubbi anche in relazione a possibili danni economici, rischi di dissesto geologico e problematiche per la viabilità ordinaria. Tutto questo è inaccettabile e lo contrasteremo con ogni mezzo”, continuano le due associazioni nella nota che chiedono al presidente della Regione Schifani, all’assessore Savarino, alla giunta e al parlamento regionale, impegnati in questi giorni nella deliberazione di prestiti per la copertura dei debiti, “di valutare attentamente se tali debiti siano parzialmente attribuibili alle modalità di gestione del servizio idrico attualmente adottate. Infine, invitiamo la presidente AICA a rettificare con chiarezza le sue prime dichiarazioni, illustrando ai cittadini lo stato reale della situazione e quali accorgimenti tecnici intenda adottare per prevenire ulteriori dispersioni di acqua potabile, limitando i danni al servizio idrico, alle finanze del gestore e all’ambiente“, hanno concluso.

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