Aica, Cda rassegna le dimissioni: adesso la “palla” passa all’assemblea dei sindaci
Il presidente del Cda Settimio Cantone: "Loro ci hanno eletto e loro decidono le sorti di questo consiglio"
“Con grande senso di responsabilità decidiamo di rimettere il mandato nelle mani di chi, due anni fa, ci ha eletto all’unanimità”.
Lo ha dichiarato Settimio Cantone, presidente del Cda di Aica, nel corso di una conferenza dell’assemblea dei sindaci convocata nella sede dell’azienda che si occupa della distribuzione idrica in provincia di Agrigento.
La “palla” adesso passa all’assemblea dei sindaci, che si riunirà mercoledì prossimo, e dovrà decidere se accogliere o meno le dimissioni del Consiglio di amministrazioni.
“Noi siamo tornati al punto di partenza. Due anni fa loro, i sindaci, hanno voluto questo Cda e ne siamo stati orgogliosi e abbiamo lavorato con grande impegno con la delicatezza di questo ruolo. Oggi che qualche sindaco evidenza qualche fibrillazione, e avanza la richiesta della rimozione di questo consiglio, noi in uno spirito democratico, sereno e senza alcuna rivendicazione, mettiamo nelle loro mani il nostro mandato. Loro ci hanno eletti e loro ci revocheranno il mandato“.
Cosi dice il presidente del Cda di Aica Settimio Cantone: “Dalla prossima assemblea mi aspetto che loro stessi facciano chiarezza individuando un percorso perchè questa azienda pubblica è frutto di grandi sacrifici, e che abbiamo tentato di farla rivivere noi questa azienda ma in assenza di risorse diventa tutto proibitivo per cui occorre una capitalizzazione di Aica, un’iniezione economica forte di Aica perchè senno l’azienda rischia l’asfissia finanziaria”, ha continuato Cantone. “L’inchiesta della Procura in questa vicenda non c’entra, perche afferisce all’appalto della rete idrica di Agrigento, ci dispiace che un parlamentare nazionale abbia voluto associare l’inchiesta con una responsabilità di Aica, perchè il Cda è un organismo che non ha nulla a che vedere con le scelte dell’appalto che sono tutte indirizzate presso organismi esterni”, ha concluso Cantone.
Adesso, dunque, nella prossima assemblea che si svolgerà mercoledì prossimo, 11 giugno, i sindaci decideranno le sorti di Aica. Alcuni dei primi cittadini intervenuti durante l’assemblea, come il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza, il sindaco di Sciacca, Fabio Termine e il sindaco di Favara Antonio Palumbo, hanno ribadito le dimissioni del presidente Cantone; Altri, come il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, ha avanzato la proposta di un commissariamento dell’azienda, altri chiedono una revisione parziale del consiglio.
“Ora i sindaci faranno la loro parte. Cercheremo la migliore soluzione per Aica”; cosi il sindaco di San Biagio Platani Salvo Di Bernardo, nonchè presidente dell’assemblea, che ha anche rappresentato anche il Comune di Agrigento su delega del sindaco Franco Miccichè impegnato in un incontro istituzionale riguardante capitale della cultura 2025.
La situazione di Aica, che era subentrata dopo che Girgenti Acque era stata travolta dall’inchiesta “Waterloo”, non è delle più rosee. A cominciare da una situazione debitoria non indifferente: negli scorsi giorni Siciliacque ha pignorato oltre 2 milioni di euro all’azienda, rivalendosi direttamente sui Comuni della provincia. Il debito ammonta ad oggi a quasi 20 milioni di euro. Lo scorso mese i sindaci – per tentare di salvare Aica – hanno dato l’ok all’adeguamento delle tariffe idriche con un aumento delle bollette del 5,40%.
Infine un’altra inchiesta giudiziaria – denominata ormai “Appalti e mazzette” – incombe sulla Città dei templi e, in particolare, sul rifacimento della rete idrica di cui Aica è stazione appaltante. Nelle scorse settimane i poliziotti della Squadra mobile si sono presentati nella sede dell’azienda e hanno acquisito una corposa documentazione. Aica risulta essere stazione appaltante dei lavori di rifacimento della rete idrica per un importo di 37 milioni di euro.