Agrigento

Cece’, il lestofante gentiluomo al Teatro della Posta vecchia

Il coriaceo regista Enzo Cordaro, figlio del non dimenticato Lino Cordaro, prende la direzione artistica della sua compagnia teatrale e lascia la regia a Francesco Naccari

Pubblicato 5 mesi fa

Grandi novità al “Posta vecchia” di Agrigento. Il coriaceo regista Enzo Cordaro, figlio del non dimenticato Lino Cordaro, prende la direzione artistica della sua compagnia teatrale e lascia la regia a Francesco Naccari.  Un gesto generoso e encomiabile che si aggiunge alla decisione di mettere in scena una giovane attrice, Sabrina Gaetani, che al suo debutto offre una plausibile sembianza della “dolce dark lady” contessa Daniela Venturelli in quella che è una commedia tra le più sorprendenti del nostro Pirandello. Quel Cecè lestofante e gentiluomo che come i pifferi di montagna fu suonato dalla nostra contessa che certamente oggi sarebbe derisa dal Me-too.

La trama è ormai nota di un Cecè (Francesco Naccari) che attraverso contorsionismi fraudolenti da vecchio filibustiere della finanza e tramite l’amico complice, il commendator Carlo Squatriglia (Maurizio Fratacci) appaltatore di lavori pubblici, si fa ridare un congruo pacchetto di cambiali dalla contessa che, subodorando il maneggio sta al gioco fino a quando trova l’occasione di restituire all’amante Cesare Vivoli detto Cecè, con una stoccata da coup de théâtre (le femministe ne tengano conto) il gesto orrendamente maschilista “cu lu parmu e la gnutticatura”, diremmo noi col siculo e veritiero linguaggio. Con quale “stoccata”?  chiederebbe il lettore che non ricorda. Semplicemente con misurate moine e un lungo bacio che chiude la bocca all’impenitente e fragile Cecè. Certo l’adattamento sfoltisce la commedia e ci risparmia le due “mondane di lusso” che Pirandello fa interagire nella commedia insieme al taciturno cameriere Paolino.

Ciò non toglie che la messinscena di Naccari non trovi una sua efficacia dove uomo e donna si accomunano in un sibilante opportunismo reciproco. Lo spettacolo comprendeva anche una seconda parte con la messa in scena della lettura di un’altra commedia pirandelliana, Ma non è una cosa seria dove la donna si prende una esemplare rivincita sull’uomo. Quel Memmo Speranza, incallito gallinaccio alla Pirandello- Brancati  che sposa Gasparina (che lui chiama Gasparotta) per il semplice motivo di evitare alle altre “sue” donne di chiedergli di sposarlo perpetrando così  i suoi soliti ménage à trois. Un vero peccato perché si è trattato di una lettura dei passaggi principali della commedia con tre bravi attori (Alfonso Marchica, Sandra Marotta e Michele De Bernardo) sorprendendo il pubblico che sperava  in un altro terzetto simpaticamente recitante come per “Cecè”. E comunque si rimane ottimisti e vogliamo pensare che Enzo Cordaro ci abbia offerto un assaggio di quella che potrà essere una più completa messinscena e magari con la sua regia.  Di rilievo costumi di Donatella Giannettino, il trucco di Annalisa De Luca, fonica e luci di Tony Bruccoleri.

Foto di Diego Romeo

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *