Crisi idrica ad Agrigento, i cittadini scendono in piazza e accusano
Striscioni, bidoni vuoti, bottiglie di plastiche vuote, un autobotte ad aprire il lungo corteo, con oltre 2500 persone presenti, partito da Piazza Cavour per giungere fino in Prefettura.
Dopo la lettera scritta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gridare dei disagi che quotidianamente i cittadini sono costretti a vivere, e dopo la prima manifestazione di giugno, il Comitato “Vogliamo l’acqua” e il Cartello Sociale di Agrigento, insieme ad altre associazioni, la Chiesa agrigentina, sindacati, la consulta di Aica, sono scesi di nuovo in piazza per l’acqua. Striscioni, bidoni vuoti, bottiglie di plastiche vuote, un autobotte ad aprire il lungo corteo, con oltre 2500 persone presenti, nonostante le temperature calde e afose, è partito da Piazza Cavour per giungere fino in Piazza Aldo Moro dove ha sede la Prefettura. “Chiediamo, ad alta voce, che vengano rispettati i nostri più elementari diritti, che la gestione della crisi idrica sia affrontata con modalità ben più efficaci e all’insegna dell’equità tra tutti i cittadini. Chiediamo che le quantità d’acqua disponibili per uso potabile siano garantite ai cittadini in egual misura. Non è più possibile che, nella stessa provincia, nello stesso ambito territoriale, vi siano cittadini di serie A e cittadini di serie B”, dicono gli esponenti del Comitato “Vogliamo l’acqua”. “Non si può ancora scherzare con i diritti fondamentali dei cittadini. Vogliamo l’acqua, vogliamo un servizio pubblico efficiente.”
Tra i politici agrigentini si è intravisto il deputato regionale Angelo Cambiano in quota 5Stelle, e i deputati nazionali Giovanna Iacono del Pd e Ida Carmina del Movimento 5 stelle, assente il deputato nazionale Lillo Pisano che in una nota ha riferito: “rinuncio a partecipare alla manifestazione perché ha subito una metamorfosi nel suo significato più profondo, allontanandosi dal suo scopo originale, ovvero fungere da sollecito e pungolo nei confronti delle istituzioni a cercare soluzioni per l’emergenza idrica che da mesi affligge la città, trasformandosi in occasione di scontro politico. Nonostante la mia assenza fisica, ha detto Pisano, ribadisco la mia assoluta vicinanza ed il mio sostegno agli agrigentini ed assicuro il mio massimo impegno per contribuire a trovare le soluzioni più immediate ed efficaci“.
Ad incontrare il Prefetto Filippo Romano è stato solo Don Mario Sorce in rappresentanza del Cartello sociale, mentre gli altri delegati hanno disertando per altri ragioni e dunque non è stato consegnato nessun documento.
Una sterile manifestazione intrisa di timore riverenziale nei confronti della politica. La politica, appunto, ha prodotto uno sconquasso epocale dimostrando di fatto che il vero problema della Sicilia non è la siccità ma la mala politica stessa. Occorre che l’azione della manifestazione sia indirizzata alle dimissioni di Di Mauro, al commissaramento dei vertici di AICA e dell’Ati. I responsabili del fallimento devono andare tutti a casa prima che la situazione degeneri in rivolta incontrollata. Con l’acqua, come anche col fuoco, non si scherza. Più che una manifestazione di protesta è sembrata una rimpatriata tra vecchi amici.