Agrigento

Di Rosa (Mani Libere): “Dopo questa intervista mi obbligo al silenzio”

Intervista di Diego Romeo a Giuseppe Di Rosa di “Mani libere”

Pubblicato 3 anni fa

Mi ha scritto in un post che dopo questa intervista si chiuderà nel silenzio. In anteprima per lei ho trovato un frase che si addice molto a questa sua decisione e potrà ascoltarla dalla voce di Arisa che la canterà al prossimo festival di Sanremo.  “A  che serve una rosa quando è piena di spine – torno a casa e fa festa solamente il mio cane – ora i nostri percorsi sono pieni di mine – sto annegando ma tu non mi tendi la mano”.  Parafrasando e con allusioni non puramente casuali, a che servirà un Di Rosa senza spine? Le ricordo che lei è sempre stato la “gola profonda” per i giornali che di solito difficilmente hanno un addetto alle cronache del Consiglio  comunale. Allora, ci sarà davvero questo  silenzio?

Si, è una promessa che ho fatto ai miei affetti familiari e al mio amico  Franco Miccichè. Da oggi non parlerò più della sua amministrazione fin quando lui non andrà per la strada intrapresa. Non ne voglio più parlare perché ad ogni cosa purtroppo che esce fuori sembrerebbe un attacco al sindaco Miccichè, che è sempre una bravissima  persona. L’associazione Mani libere e io che ne sono oggi il presidente hanno sempre aderito al progetto di Franco Miccichè sindaco, oggi mi rendo conto che ad Agrigento si sono fatti dieci passi indietro dalla campagna elettorale e che è cambiato totalmente il progetto iniziale. Allora mi metto io da parte e se dovesse Franco Miccichè tornare sui suoi passi e riprendere il progetto primario per cui avevo aderito alla sua candidatura, potrei tornare sui miei passi.  Agrigento ha votato il cambiamento  che non può certo partire da questi dirigenti che purtroppo per legge, la Bassanini ter, ha dato loro tutti questi poteri. Dovrebbe essere la politica  a dare l’indirizzo politico e il dirigente ottemperare all’indirizzo politico. Ecco perché io dico che ad Agrigento vanno riformulate immediatamente le dirigenze perché ci sono delle assolute incompatibilità. Quando dico che c’è un appalto e una gestione di un bene pubblico per il quale non si versano da due anni e mezzo le quote dovute e mi riferisco al parcheggio pluripiano gestito da una società che gestisce anche, mi dicono, la consegna della posta per il comune di Agrigento, il sindaco non può rispondere stizzito per questa vicenda e infatti nella conferenza stampa i cronisti  hanno avuto la netta sensazione che “il sindaco ha risposto a te”. Così mi è stato riferito. Eppure io avevo detto a Miccichè di portare avanti il nostro progetto che non era quello di temporeggiare quando il contratto è già scaduto da oltre due anni. Era un atto gestionale ed io ho chiesto semplicemente cosa fanno i dirigenti? Non può il sindaco rispondere alla mia domanda, non deve essere il sindaco a rispondere”.

A proposito di dirigenti, non sorprende che il sindaco abbia tenuto per se la delega alla Polizia urbana quanto invece il comandante dei vigili  che al contempo è capo di gabinetto. C’è qualcosa che stride o no?

“Pochi giorni fa ho scritto che al Comune di Agrigento ci sono delle dirigenze  con assolute incompatibilità . Il comandante della Polizia municipale, ad esempio, non può dirigere altri uffici, non può farlo perché non può essere controllato e controllore”.

Ci sarebbe dell’altro. Sulla giusta valorizzazione dei vigili urbani mi è capitato di osservare un episodio che si trascina dalla precedente amministrazione di Firetto, allorchè  i vigili compilano una relazione dettagliata con fotografie riguardanti una delle più belle piazze agrigentine, piazza San Giacomo, e da oltre sei mesi non si riesce a rendere giustizia per i danni subiti da un condominio a causa di un segnale stradale mancante. A mio parere si rischia di umiliare il lavoro dei Vigili urbani  ai quali, tra l’altro, il sindaco vuole bene fino al punto di regalare loro  le divise estive. Ci sarà certamente un problema che si trascina da tempo,  non solo di “comando”  ma certamente di  solerzia dei “tavoli tecnici” dietro ai quali stanno i famosi dirigenti cui lei faceva cenno. 

“Si, anche in questo devo darle ragione. E vorrei ricordare che per i precedenti  quattro anni di amministrazione, io stupido da solo,  uscivo fuori i documenti  della mancata trasparenza della casa comunale, e il sito del comune di Agrigento oggi perde in trasparenza e tutti quelli che oggi stanno governando con Miccichè  stavano nella precedente maggioranza. Ho sempre detto che cacciato quel malgoverno bisognava  portare Agrigento alla normalità. Significa che se non c’è il controllore e il controllato non si può andare avanti, significa che il dirigente deve dirigere il proprio ufficio sull’indirizzo politico deciso dal sindaco. Non può essere viceversa, non è stato votato il dirigente, è stato votato il sindaco.   Lo dice l’Anac non lo dico io. Quindi alternanza e niente incompatibilità”. 

Cosa pensa  della nuova classe politica, con un consiglio comunale  sempre più difficile palestra , e delle tante sedie e poltrone che si spostano tra strette di mano e larghe intese? Che benefici si potranno trarre da queste alleanze che appaiono “incompatibili”  come le dirigenze di cui ha parlato?  Cosa pensa della stretta di mano fra Salvini e Di Mauro, quest’ultimo democristiano doc sulla breccia da trent’anni. Lei crede che Di Mauro abbia ricordato la necessità di un aeroporto ad Agrigento rimarcando che esiste una legge apposita mentre il ponte sullo Stretto, invocato da Salvini, è stato abrogato dal Governo Monti? Se non parlano di questo di che parlano? Forse di presidenziali regionali?

Penso che la Lega si era già unificata con il partito di Lombardo. Questi sono giochi di numeri  che possono portare alla presidenza della regione, a stabilire deputazioni e altro potere.. Le assicuro che dell’aeroporto non parla più nessuno e vorrei ricordarle  che fu il presidente del consiglio di Licata  che era dell’Mpa a bocciare la variante urbanistica sull’aeroporto a Licata. Oggi ci potrebbero essere i soldi del Recovery fund per fare l’aeroporto, ormai abbiamo le strade di collegamento  insieme alle quali Agrigento potrebbe rinascere. Anche io, pazzo, insieme  a Grandangolo che è il primo giornale che consulto ogni mattina, sollecito l’esigenza di un aeroporto. Dovrebbe esigerlo anche il sindaco  ma ad Agrigento abbiamo votato il cambiamento  che  oggi non vedo più.  Sono io che non sono cambiato, prima come unico antagonista di Firetto  raccogliendo pure le sue querele dalle quali sono uscito. E mi ritrovo  i dirigenti di oggi che hanno amministrato con Firetto.

Comunque qualcosa di buono Firetto l’ha fatta sistemando, per esempio, il settore teatro con una Fondazione  dove Gaetano Aronica ha iniziato un buon lavoro.

“Anche qui c’è da chiarire che Aronica non può fare il presidente della Fondazione. Secondo le regole è il sindaco presidente della Fondazione, carica che può delegare a un suo assessore. Glielo dice uno come me che conosce bene lo Statuto e che  da consigliere comunale ha voluto la Fondazione Teatro Pirandello. Allora Firetto si autosospese e Aronica è rimasto vice presidente. Oggi Miccichè non si è insediato come presidente. Cosa potrà accadere adesso?  Serve una documentazione che attesti i fondi della Fondazione che ad oggi deve 300mila euro al comune e occorre chiarire che per  gli affitti del teatro ad altri eventi, la Fondazione non poteva introitarli per se ma dovevano andare al  Comune.  C’è tutta una discussione da aprire, rendere tutto chiaro e ripartire come si deve. Decisioni, come quella del direttore artistico, non ancora prese e si vede che i dirigenti non hanno raggiunto l’accordo giusto”. 

Per chiudere, queste saranno le sue ultime parole e poi il silenzio. Manco a dirlo, rumoroso. 

“Non lo so che rumore potrà fare. Io ho detto che tornerò sui  miei passi quando Franco Miccichè tornerà ad essere il sindaco del cambiamento. Non parlerò più di questa amministrazione perché tengo troppo alla persona Franco Miccichè”.        

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