Agrigento

Favoreggiamento della prostituzione ad Agrigento, chieste 4 condanne 

Il processo nato dall'inchiesta Dolce Vita, l'omonimo locale che si trovava alla zona industriale di Agrigento

Pubblicato 1 anno fa

La maggior parte dei reati contestati sono prescritti ma resta in piedi l’accusa di favoreggiamento della prostituzione. Il sostituto procuratore della Repubblica, Elenia Manno, ha avanzato la richiesta di condanna nei confronti di quattro persone coinvolte in un’inchiesta su un presunto giro di prostituzione in un locale della zona industriale di Agrigento. 

Sette anni di reclusione sono stati proposti per Elena Acujboaei, 43 anni, che per gli inquirenti sarebbe stata la procacciatrice di donne da far lavorare; due anni e otto mesi di reclusione sono stati chiesti per Andrea Amato, 58 anni, di Porto Empedocle, Antonio Caramazza, 52 anni, di Favara e Giovanni Corvaia, 45 anni, di Agrigento. Il pubblico ministero ha anche chiesto il non doversi procedere nei confronti di Mario Ciulla, 40 anni, Vito Destro, 57 anni; entrambi di Agrigento e la rumena Ana Elis Acuijboaei, 41 anni, sorella della principale imputata. 

I fatti risalgono a quasi venti anni fa e per questo motivo molte delle contestazioni risultano ormai prescritte. Secondo l’accusa gli imputati, a vario titolo, sarebbero stati i protagonisti di una vera e propria rete di donne che dalla Romania venivano portare ad Agrigento per lavorare nel locale la “Dolce Vita” alla zona industriale. All’interno dello stabile ci sarebbero stati dei privè dove le ragazze, dietro pagamento, si esibivano. 

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