Agrigento

Il Telamone si rialza in piedi nella Valle dei Templi, Agrigento ritrova il suo Gigante

Il Telamone torna in piedi nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento

Pubblicato 5 mesi fa



Il Telamone torna in piedi nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento. Il gigante è stato scoperto questa mattina a margine di una cerimonia a cui hanno preso parte – tra gli altri – il presidente della Regione, Renato Schifani, l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato; il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Roberto Sciarratta; il sindaco di Agrigento, Francesco Micciche’; il curatore del progetto di musealizzazione, Carmelo Bennardo, e l’esperto scientifico del progetto, Alessandro Carlino.

Oggi – dice il presidente Renato Schifani – è un giorno importante per Agrigento e per tutta la Sicilia. Certifica la grande attenzione del governo regionale per la tutela e la valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico e culturale che la nostra Isola custodisce. Il telamone, che oggi consegniamo alla collettività nella sua straordinaria imponenza, rappresenta uno dei migliori biglietti da visita di Agrigento Capitale della cultura. Tuttavia – sottolinea il presidente della Regione Siciliana – la giornata di oggi non va intesa come punto di arrivo, ma deve servire da stimolo a tutti gli addetti ai lavori, per fare di più e meglio. Occorre migliorare la capacità attrattiva e la fruizione del nostro inestimabile patrimonio culturale. Nonostante i dati sul turismo del 2022 e del 2023 ci dicano che la Sicilia è una delle mete turistiche più gettonate, il rapporto tra patrimonio culturale e flussi turistici non è ancora, a mio avviso, soddisfacente. Si può fare di più e meglio. 

Il Telamone, “guardiano” del grandioso tempio di Zeus, e’ stato ricostruito, partendo dall’accorpamento dei resti di alcune grandi statue, le stesse che erano sistemate tra le colonne del famoso tempio. Ora e’ in piedi. Il colosso poggia su una struttura in acciaio corten, che supera da sola i dieci metri, ed e’ il cuore di un imponente intervento di musealizzazione dell’intera area sulla base degli studi condotti gia’ da alcuni anni dal parco archeologico con l’Istituto archeologico germanico di Roma. La ricostruzione del Telamone, che non viene definita ufficialmente un’anastilosi (la ricostruzione di edifici ottenuta mediante la ricomposizione, con i pezzi originali, delle antiche strutture), e’ consistita nella combinazione di blocchi originali e frammenti scoperti gia’ nel 1920, preservati nell’area del tempio e appartenenti a vari telamoni. 

“Tra il 2005 e il 2008, ha spiegato il direttore del Parco archeologico Roberto Sciarratta, e’ stata condotta un’estesa campagna di studi e rilievi da parte dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, che ha portato a completare un nuovo rilievo sistematico dei resti dell’Olympieion e dei suoi importanti elementi architettonici.  L’obiettivo dell’indagine scientifica mirava ad una ricostruzione attendibile delle architetture del tempio per rispondere cosi’ alle domande ancora aperte sulla base di un’approfondita analisi architettonica degli elementi costituenti. Sono stati localizzati “piu’ di 90 frammenti che, per dimensioni e forma, appartengono chiaramente alle sculture del tempio, tra cui blocchi provenienti da almeno otto diversi telamoni che sono stati temporaneamente assemblati e musealizzati all’interno del perimetro del tempio”. Il progetto vuole musealizzare “una serie di elementi architettonici e statuari particolarmente importanti presenti nell’area del tempio di Zeus, ultima esile testimonianza delle finiture del santuario”.

In particolare: una serie di blocchi modanati, 5 in totale, che facevano parte del frontone e della trabeazione; due capitelli, una porzione di trabeazione (architrave e fregio) e cornice (geison); un telamone”. “Nascosti tra i ruderi del tempio di Giove Olimpico, di quello che Diodoro descrisse essere come una delle opere piu’ imponenti dell’antichita’ – continuava Sciarratta – si trovano numerosissimi resti utili alla ricostruzione degli elementi architettonici piu’ singolari presenti nei templi di Akragas. Ci sono infatti piu’ telamoni che giacciono in pezzi tra i resti del piu’ grande tempio greco della Sicilia, in parte individuati gia’ da Pirro Marconi che negli anni ’20 del secolo scorso, scrive della sorte di questo illustre edificio, il piu’ famoso tra quelli di Agrigento, definendola come perlomeno ‘singolare’”. Il Telamone ricostruito e’ posizionato nella zona a nordest del tempio, la stessa che i viaggiatori dell’Ottocento in Sicilia, disegnatori e studiosi, individuavano come il punto da cui il gigante emergeva dai ruderi. E, da quella posizione, guarda la citta’.

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