Agrigento

Motovedetta speronata: Procura Agrigento apre inchiesta (vd e ft)

La Procura di Agrigento – sotto il coordinamento del procuratore capo Luigi Patronaggio e dell’aggiunto Salvatore Vella – ha aperto un’inchiesta sullo speronamento della motovedetta della Guardia di finanza, che ha risposto aprendo il fuoco contro il peschereccio tunisino ‘Mohanel Anmed’ che non si è fermato all’alt delle forze dell’ordine. Le accuse sono di resistenza […]

Pubblicato 3 anni fa

La Procura di Agrigento – sotto
il coordinamento del procuratore capo Luigi Patronaggio e dell’aggiunto
Salvatore Vella – ha aperto un’inchiesta sullo speronamento della motovedetta
della Guardia di finanza, che ha risposto aprendo il fuoco contro il
peschereccio tunisino ‘Mohanel Anmed’ che non si è fermato all’alt delle forze
dell’ordine. Le accuse sono di resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto
di obbedire a nave da guerra. Il comandante del peschereccio che si trovava in
acque italiane, è stato arrestato, l’imbarcazione sequestrata. Stamattina, il
‘Mohanel Anmed’, dopo l’inseguimento in acque internazionali – come anticipato
in esclusiva stanotte da www.grandangoloagrigento.it,  è stato bloccato dai militari delle Fiamme
gialle che lo hanno portato a Lampedusa.

L’intera storia si ricostruisce così: Inseguimento in mare con sparatoria al largo di Lampedusa. Una unità navale della Guardia di finanza ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco, in aria, dopo che un peschereccio tunisino non si è fermato all’alt e, tentando di fuggire, ha speronato la motovedetta. Il comandante del peschereccio “Mohanel Anmed”, dopo l’inseguimento in acque internazionali, è stato bloccato e arrestato. Durante la fuga, durata ore, ha speronato il mezzo delle Fiamme Gialle. La scena è stata ripresa da un cellulare e il video è finito sui social.

Lampedusa, Guardia di finanza abbordaggio e sequestro peschereccio

Ma soprattutto ci sono le immagini del Comando aeronavale. Il motopesca, secondo la ricostruzione dei fatti, aveva calato le reti a 9 miglia (in acque territoriali italiane) dalla costa di Lampedusa. Alla richiesta di fermarsi per il controllo, sono seguiti la fuga e lo speronamento. Al comandante sono stati contestati i reati di resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedire a nave da guerra.

Secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, ieri militari della Guardia di finanza di Lampedusa hanno abbordato e fermato un peschereccio tunisino in attività di pesca in acque nazionali, arrestando il comandante che aveva ignorato l’alt delle vedette e respinto, per alcune ore, tutti i tentativi di abbordaggio. La notizia era giunta nel corso della mattinata, quando una unita’ della Capitaneria di porto di Lampedusa aveva intercettato un motopesca tunisino, ancora con le reti in mare, in attività di pesca illegale all’interno delle acque territoriali italiane, a circa 9 miglia dall’isolotto di Lampione; ignorando gli ordini ricevuti dalla motovedetta italiana, aveva invertito la rotta nel tentativo di darsi alla fuga guada il Reparto operativo aeronavale Palermo ha disposto l’invio del “PV 7 Paolini” del Comando operativo aeronavale e di una motovedetta del Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia, entrambe a Lampedusa.

Lampedusa, Guardia di finanza spara contro peschereccio tunisino, abbordaggio e sequestro natante

Durante l’inseguimento, durato alcune ore e filmato da velivoli del Comando operativo aeronavale e dell’Agenzia europea Frontex, nonostante l’esplosione di alcuni colpi a scopo intimidatorio da parte dell’unita’ maggiore, il peschereccio non solo non ha consentito l’abbordaggio, “ma – viene spiegato – ha messo in atto una serie di manovre tali da mettere in pericolo l’incolumità degli stessi militari che cercavano di salire”. Al termine di un estenuante inseguimento, si è proceduto all’abbordaggio dell’unita’ e il suo trasferimento presso il porto di Lampedusa dove, eseguite le operazioni di polizia giudiziaria e informata l’autorità giudiziaria, è stato tratto in arresto il comandante del motopesca, sequestrando le reti utilizzate.

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