Agrigento

No alla scarcerazione di Puntorno: minacce al giudice di sorveglianza

Minacce e inosservanza delle prescrizioni: no alla scarcerazione di Puntorno

Pubblicato 3 anni fa

Niente affidamento in prova o arresti domiciliari. Andrea Puntorno, 43enne agrigentino con una lunga lista di vicende giudiziarie, dovrà scontare un cumulo di pena di due anni e venticinque giorni, risalenti ad alcuni fatti di droga nel 2011, interamente in carcere. Negli scorsi mesi il Tribunale gli aveva anche concesso la possibilità di uscire e di andare a lavorare nel bar di sua proprietà. Ma proprio in una di queste occasioni, secondo quanto ricostruito e contestato, avrebbe violato alcune prescrizioni. Inoltre, lo scorso giugno, quando le forze dell’ordine gli notificarono un ulteriore provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Agrigento, Puntorno proferì alcune minacce al magistrato che lo aveva firmato. 

Puntorno, 43 anni, è attualmente sotto processo nell’ambito della maxi inchiesta Kerkent – eseguita dalla Dia di Agrigento guidata dal vicequestore Roberto Cilona – con l’accusa di essere uno dei “signori della droga” da cui si riforniva il clan Massimino. Per questa vicenda l’accusa ha chiesto la sua condanna a sei anni di reclusione. Puntorno è coinvolto, insieme ad altri quattro agrigentini, nel maxi processo alla Ndrangheta denominato “Rinascita-Scott” con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente aggravato.

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