Agrigento

Servizio idrico, 203 o 370? La “guerra” dei numeri

Si terrà domani mattina, davanti il piazzale antistante la sede dell’Ati, l’Assemblea Territoriale Idrica, l’assemblea sindacale dei lavoratori del servizio idrico integrato della provincia di Agrigento. I lavoratori sono in stato di agitazione dopo essere venuti a conoscenza del nuovo Piano d’ambito scritto da società esterne, commissionato dall’Ati, e che traccia le linee guida del […]

Pubblicato 5 anni fa

Si terrà domani mattina, davanti il piazzale antistante la sede dell’Ati, l’Assemblea Territoriale Idrica, l’assemblea sindacale dei lavoratori del servizio idrico integrato della provincia di Agrigento.

I lavoratori sono in stato di agitazione dopo essere venuti a conoscenza del nuovo Piano d’ambito scritto da società esterne, commissionato dall’Ati, e che traccia le linee guida del futuro del servizio nei prossimi anni

I dipendenti sono sul piede di guerra per via dei paventati tagli occupazionali previsti dal piano che, a fronte di 305 lavoratori attualmente impegnati a garantire il servizio idrico e di depurazione nel territorio agrigentino, prevede una pianta organica di sole 203 unità.

C’è da evidenziare come il Piano redatto dalle società esterne (incaricate dall’Ati), abbia numeri, riguardanti il personale da utilizzare, ben differenti da quelli che i Commissari straordinari Venuti e Dell’Aira, nominati dall’ex Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, che stanno gestendo quotidianamente sul territorio da un paio d’anni, avevano rappresentato in un “documento esaminato con i sindacati” nel luglio scorso, documento che avevano numeri ben diversi, documento assolutamente non vincolante e che probabilmente (ipotizziamo noi n.d.r.) poteva essere utilizzato come indicativo e d’aiuto al futuro gestore.

La Gestione commissariale, sempre nel luglio scorso, aveva smentito voci su nuove possibili assunzioni che erano circolate e che qualcuno ipotizzava all’interno del documento, e con riferimento al suddetto documento scriveva “…documento esaminato con i sindacati, e dagli stessi in linea di massima condiviso, – costituisce solo teorica configurazione di un organico funzionale dell’azienda, non certo di una immutabile pianta organica, coerente alle riscontrate esigenze operative della complessiva e unitaria gestione del servizio nell’intera provincia, come disegnata e voluta, ancorché a vario titolo illegittimamente inattuata, dalle norme vigenti”.

Il passaggio fondamentale di quanto dicono i Commissari, secondo i sindacati e i lavoratori, sarebbe questo “configurazione di un organico funzionale dell’azienda … coerente alle riscontrate esigenze operative della complessiva e unitaria gestione del servizio nell’intera provincia“.

E fondamentale, sempre secondo i sindacati e i lavoratori è che nel documento inviato ai sindacati da parte dei commissari, nel luglio scorso, i numeri ipotizzati e riguardanti il personale arrivavano a ben 370 unità, tra dirigenti, quadri, impiegati e operai.

I numeri previsti nel Piano d’ambito previsto dalla società esterna

Il numero previsto nel documento inviato dalla Gestione commissariale ed esaminato dai sindacati nel luglio scorso

A questo punto, i lavoratori, chiedono “se chi (la Gestione commissariale prefettizia, cioè lo Stato), sta gestendo e operando quotidianamente sul territorio, e dunque e a conoscenza della materia di cui si sta occupando, ha dato quei numeri, come è possibile che una società esterna, probabilmente non legata al territorio, possa darne altri così drasticamente inferiori”?

I sindacati, forti dei numeri prospettati dalla Gestione commissariale, evidenziano come proprio l’attuale pianta organica sia da salvaguardare per garantire l’efficienza del servizio all’utenza, tanto più se, dagli attuali 27 comuni gestiti, si dovesse passare agli almeno 35 previsti.

Le sigle sindacali non ne fanno solo una mera battaglia solo per salvaguardare posti di lavoro in una provincia già martoriata dall’emigrazione e dalla povertà, ma soprattutto un principio di garanzia dell’efficienza del servizio che, a loro dire, con un drastico taglio del personale, andrebbe a peggiorare e probabilmente in crisi.

Insomma, la questione è complessa. La sensazione è che ci si trovi all’inizio di una lunga battaglia fatta anche di possibili ricorsi a tribunali (già minacciati da alcuni dipendenti) e quant’altro.

Quello che tutti si auspicano e che la vicenda si risolva prima possibile e nel migliore dei modi e, soprattutto che non si riverberi sul servizio alla cittadinanza.

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