Agrigento

Sgominata banda ladri, furti anche nell’agrigentino: arrestati tre rumeni(vd e ft)

Tre arrestati e 4 denunciati nell’ambito dell’operazione “Jewel thieves” che ha sgominato una banda di romeni accusati di una serie di furti in appartamento, cavi di rame e gasolio. Gli arrestati sono Adrian Bureta, 28 anni, il fratello Florin, 25 anni e Cosmin Aristotel Sulic, 32 anni, tutti romeni e tutti residenti a Canicattì. L’operazione […]

Pubblicato 5 anni fa

Tre arrestati e 4 denunciati nell’ambito dell’operazione “Jewel thieves” che ha sgominato una banda di romeni accusati di una serie di furti in appartamento, cavi di rame e gasolio.

Gli arrestati sono Adrian Bureta, 28 anni, il fratello
Florin, 25 anni e Cosmin Aristotel Sulic, 32 anni, tutti romeni e tutti
residenti a Canicattì. L’operazione è stata condotta dalla Squadra mobile e
dalla compagnia carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Enna.

In particolare, a partire dal mese di Novembre 2018 e sino agli
inizi del mese di Gennaio 2019, si era registrata a Enna, nella parte bassa del
capoluogo, una rapida serie di furti in abitazione, tutti compiuti con le
stesse modalità.

Infatti, i malfattori agivano forzando gli infissi della
parte posteriore delle case, per lo più adiacenti ai giardini o terreni
circostanti, che fungevano da terrapieni attraverso i quali si poteva accedere
anche ai piani superiori delle abitazioni. Una volta all’interno delle
abitazioni, i malviventi bloccavano le porte d’ingresso al fine di impedirne
l’apertura dall’esterno, nel caso dell’arrivo dei proprietari durante
l’esecuzione dei colpi, così da potersi garantire la fuga senza essere visti. «Al primo piano c’è qualcuno in casa mentre al
secondo piano sembra che non c’è nessuno»,
diceva un componente della banda e, in pochi
istanti, dimostrando una straordinaria agilità, i suoi complici si arrampicavano
fino al secondo piano, forzavano uno degli infissi sul balcone ed entravano
nella casa, scelta prediligendo finestre con serrande alzate.

Una volta dentro, dopo essersi accertati di non trovare
nessuno in casa, gli stessi ladri bloccavano la porta con i mobili più grandi,
affinché nessuno potesse entrare all’improvviso, e si dedicavano ad una rapida
raccolta della refurtiva. Nel frattempo “il palo”, fuori in strada, monitorava
l’arrivo di possibili residenti. Sempre lo stesso schema, ripetuto ogni volta, senza
preoccuparsi più di tanto della reale presenza o meno di persone nelle proprie
abitazioni, e con un coordinamento costante: «Stai in telefon» (resta al telefono in rumeno).

Tali fatti hanno suscitato notevole preoccupazione nei
residenti, creando particolare allarme sociale in tutto il capoluogo

Nel corso dell’ultimo episodio di furto registratosi ad
Enna, nel pomeriggio dell’11 Gennaio 2019, gli autori venivano indicati come dei
soggetti che, allontanatisi in modo repentino dall’abitazione dove avevano
messo a segno il colpo, salivano a bordo di una autovettura, dandosi alla fuga in
direzione di Caltanissetta.

Attivate immediatamente le ricerche da parte delle Forze di Polizia
di Enna e della limitrofa Caltanissetta, poco dopo, la segnalata autovettura veniva
intercettata e bloccata all’ingresso di Caltanissetta da parte di una pattuglia
della Polizia stradale di quel centro. Nel corso del controllo e della
perquisizione del veicolo, veniva recuperata argenteria e altri oggetti riconducibili
al furto commesso poco prima a Enna. Nell’occasione, i soggetti venivano
denunciati per i reati di ricettazione e altro, e la refurtiva veniva
recuperata e restituita alle vittime.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna
avviava immediatamente un’inchiesta, coordinando un team di investigatori appartenenti
alla Squadra mobile della Questura ed alla Compagnia Carabinieri di Enna, che riusciva
a fare luce sulle decine di furti in abitazione che avevano funestato la città
di Enna nel giro di pochi mesi.

I poliziotti ed i militari, in perfetta sinergia,
iniziavano, a ritmi serrati, l’indagine, con attività di intercettazione
telefonica e di analisi di tabulati telefonici pregressi – attività, quest’ultima,
che permetteva, tra l’altro, di ricostruire tutti i movimenti degli indagati
durante i molteplici furti commessi in precedenza ad Enna -, facendo luce,
inoltre, su altri reati predatori commessi nelle province di Agrigento e
Caltanissetta, come diversi episodi di furto in abitazione e di furto di cavi telefonici
di rame in danno di Telecom Italia, nonché numerosi ed ingenti furti di
carburante. A completare il quadro delle indagini, concorrevano anche l’acquisizione
delle denunce delle vittime e delle dichiarazioni dei testimoni, nonché i
numerosi servizi di osservazione sul territorio.

Le indagini permettevano di delineare l’esistenza di una
vera e propria associazione a delinquere.

Anche i
familiari degli indagati consideravano queste attività criminose alla stregua
di un lavoro qualsiasi: «Sono andati a
rame
» rispondeva serenamente la compagna di uno dei ladri alla madre dello
stesso, al fine di tranquillizzarla sul fatto che non avesse trovato a casa il
figlio.

L’indagine è stata convenzionalmente denominata “Jewel’s thieves”
(Ladri di gioielli) poiché i malviventi rubavano qualsiasi oggetto prezioso
(gioielli, monili in oro, argenteria o, comunque, qualsiasi bene potesse avere
un valore economico ed essere facilmente portato via).

Sulla base di tali elementi, il Pubblico Ministero titolare delle indagini avanzava al competente Gip del Tribunale di Enna, Luisa Bruno richiesta di misura cautelare custodiale nei confronti degli indagati. Gli arrestati Adrian Bureta, il fratello Florin e Cosmin Aristotel Sulic, tutti residenti a Canicattì rispondono di aver fatto parte di un’associazione per delinquere operante in tutto il territorio siciliano, con base operativa a  Canicattì, preminentemente dedita alla commissione di reati contro il patrimonio e, nello specifico, di furti in abitazione, furti di materiale presso cantieri, nonché furti di rame in danno della società telefonica Telecom Italia Spa, commessi nei territori delle province di Enna, Agrigento e Caltanissetta nonché di aver commesso 21 furti o tentati.

Per molti dei reati commessi, venivano contestate alcune
aggravanti, come quella di avere profittato di circostanze di tempo tali da
ostacolare la pubblica o privata difesa (tarda serata o notte),  di avere cagionato alla persona offesa dal
reato un danno patrimoniale di rilevante gravità, di aver commesso il fatto con
violenza sulle cose e/o da parte di tre o più persone.

Le indagini hanno consentito anche di  far luce sulla commissione di ulteriori furti
in abitazione, di diversi episodi di furto di cavi telefonici di rame, e di alcuni
ingenti furti di carburante, commessi nei territori delle province di
Caltanissetta e Agrigento, addebitati anch’essi all’azione degli odierni arrestati,
nonché di ulteriori complici (sono quattro e tutti cittadini rumeni), che
venivano denunciati in stato di libertà.

Infine, venivano  individuati
e denunciati anche alcuni soggetti ritenuti ricettatori del rame e del gasolio rubati
dal gruppo dei rumeni.

All’alba di oggi i destinatari dell’ordinanza di custodia
cautelare in carcere sono stati, pertanto, arrestati dai militari e poliziotti,
per essere poi associati alla Casa Circondariale di Enna, a disposizione delle
Autorità Giudiziaria procedente.

L’operazione, particolarmente complessa, ha visto il
coinvolgimento di decine di operatori – appartenenti, oltre che alla Squadra
Mobile di Enna ed alla Compagnia Carabinieri di Enna, anche alla Squadra Mobile
di Agrigento, al Commissariato di P.S. di Canicattì, ed al Comando Compagnia
Carabinieri di Canicattì – i quali hanno eseguito anche numerose perquisizioni
nei domicili e nei locali nella disponibilità di tutti gli indagati, che hanno
consentito di rinvenire diversi gioielli, anche in oro, ed orologi,
verosimilmente refurtiva frutto dei colpi predatori.

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