Un asilo nido all’Ospedale di Agrigento, Zappia: “puntiamo al benessere dei dipendenti”
Durante la conferenza di presentazione si è parlato anche dei problemi che riguardo il pronto soccorso della struttura sanitaria
All’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento nascerà un asilo nido aziendale, che accoglierà i bambini, figli dei dipendenti dell’azienda sanitaria, dai 3 mesi a 3 anni. Si tratta di un progetto pilota che vede l’azienda in prima fila per portare a compimento, nel più breve tempo possibile il progetto. I locali sono stati individuati, e dopo la scadenza del bando di gara, la ditta vincitrice, potrà finalmente avviare i lavori di riqualificazione dei locali.
“Il progetto nasce da una consapevolezza, la carenza del numero del personale, che porta ad una insoddisfazione sul lavoro e a difficoltà a conciliare la vita lavorativa con quella privata. Ecco con l’idea dell’asilo nido all’interno dell’ospedale, iniziativa di carattere sociale, puntiamo ad un incremento del benessere lavorativo dei dipendenti e delle loro famiglie”, ha dichiarato il commissario straordinario dell’Asp Agrigento, Mario Zappia.
Ma se da un lato dunque si pensa al benessere dei dipendenti, dall’altro lato però restano i problemi all’interno del pronto soccorso; In questi giorni è stata avviata anche una petizione online, che ha già superato le mille firme, avviata dai singoli cittadini che chiedono un “Pronto soccorso Vero”.
“Il pronto soccorso è in una situazione difficile e lo sappiamo, noi abbiamo fatto di tutto per trovare le soluzioni possibili come azienda per arruolare medici, uno spiraglio lo stiamo avendo con la nuova norma che permette di reclutare medici in pensione, ma è difficile trovarli, perchè il pronto soccorso è davvero un posto tosto, e quindi o ami quello che fai oppure no”, dice il commissario Zappia. “Il pronto soccorso non è del direttore generale, ma è dell’ospedale e dell’intera provincia. Adesso grazie all’interessamento del dottor Sciumè, del dottore Caramanno e di altri dirigenti che spero si uniscono a loro, abbiamo aumentato il numero degli infermieri, degli Oss e ausiliari, però c’è anche un problema strutturale che non dipende da noi, è una strutturale commissariale dove agire è più complicato”, ha concluso.