L’inchiesta su appalti pilotati e tangenti, al via gli interrogatori di garanzia
Quattro dei cinque indagati arrestati nelle scorse ore compariranno davanti il giudice: il dirigente Alesci è stato invece scarcerato
Al via l’udienza di convalida degli arresti eseguiti nelle scorse ore dalla Squadra mobile di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta che ipotizza un giro di tangenti per corrompere e pilotare gli appalti pubblici in provincia. Quattro dei cinque indagati compariranno domani mattina davanti il gip Giuseppa Zampino, chiamato a pronunciarsi sul provvedimento e sull’eventuale misura cautelare da adottare.
Si tratta degli imprenditori Diego “Dino” Caramazza, 44 anni, di Favara; Luigi Sutera Sardo, 68 anni, ex consigliere provinciale ed ex assessore del comune di Favara (entrambi in carcere); Federica Caramazza, 36 anni, di Favara, e la madre Carmela Moscato, 65 anni, di Favara (entrambe ai domiciliari). La famiglia Caramazza è difesa dall’avvocato Giuseppe Barba mentre Sutera Sardo dall’avvocato Maria Nicotra. Le accuse sono associazione a delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e – per la sola Moscato – ricettazione poiché gran parte del denaro ritrovato sarebbe stato occultato in casa. Il principale indagato – l’architetto Sebastiano Alesci, capo dell’ufficio tecnico del comune di Licata – ha lasciato i domiciliari ed è stato rimesso in libertà nelle scorse ore. La procura di Gela (competente poiché la perquisizione è avvenuta in territorio di Butera), non ha chiesto la convalida del provvedimento sostenendo la mancanza degli elementi della necessaria flagranza di reato nonché una carente valutazione sugli elementi a carico dell’indagato.
Sono diversi gli appalti finiti nel mirino della procura guidata da Giovanni Di Leo: il rifacimento della rete idrica di Agrigento (37 milioni di euro), la costruzione del Centro raccolta rifiuti a Ravanusa (20.2 milioni di euro), la manutenzione straordinaria della strada provinciale Salaparuta-Santa Margherita Belice (2.4 milioni di euro), il restyling dello stadio “Dino Liotta” di Licata (circa 300 mila euro).