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Agricoltore ucciso a bastonate a Naro, donna condannata a 22 anni

Il movente sarebbe da ricercare in dissidi tra le due famiglie

Pubblicato 2 anni fa

La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo, presieduta dal giudice Matteo Frasca, ha confermato la condanna a 22 anni di reclusione nei confronti di Anisoara Lupescu, 41enne di origine rumena, accusata dell’omicidio del connazionale Pinau Constantin massacrato a colpi di zappa e bastone in un agguato nel quale restò ferita pure la moglie di quest’ultimo nell’estate 2018. 

I giudici di secondo grado erano chiamati ad esprimersi nel processo di appello bis, limitatamente alle circostanze aggravanti della premeditazione e della minorata difesa (che sono state confermate), dopo l’annullamento disposto dalla Corte di Cassazione della sentenza emessa il 12 aprile 2021. La Corte ha disposto altresì il pagamento delle spese processuali nei confronti delle parti civili costituitesi e rappresentate dagli avvocati Vito Cangemi, Francesco Scopelliti e Giovanni Salvaggio.

Anisoara Lupescu, difesa dall’avvocato Diego Giarratana, è l’unica imputata del processo che si è celebrato col rito ordinario. Nello stralcio abbreviato sono invece imputati il marito ed il figlio dell’odierna imputata: Vasile Lupascu, 45 anni, e Vladut Vasile Lupascu, 20 anni. Entrambi erano stati condannati a 30 anni di reclusione fino all’annullamento con rinvio (esattamente così come era avvenuto per la donna) davanti ad un’altra sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo per valutare la sussistenza delle doppie aggravanti inizialmente riconosciute. La loro posizione sarà discussa il 28 settembre.

La vicenda risale all’estate del 2018 quando, alle prime luci dell’alba dell’8 luglio, secondo l’accusa, i due Lupascu, padre e figlio, accompagnati anche dalla moglie, si scagliarono contro Constantin Pinau colpendolo ripetutamente con una zappa e un bastone. Secondo quanto hanno raccontato alcuni testi in aula, poco prima dell’omicidio, Costantin aveva rotto uno specchietto all’auto di Lupascu, che, assieme al figlio e alla moglie, ha organizzato una rappresaglia: i tre, armati di zappa, coltello e spranga avevano brutalmente pestato i coniugi, colpendo soprattutto Costantin, che era morto poco dopo mentre la donna, che aveva cercato di difendere il marito, era stata colpita al braccio e aveva riportato una frattura.

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