Agrigento

Agrigento, disabili senza assistenza da novembre? Genitori e lavoratori sul piede di guerra

Gli alunni disabili degli istituti comprensivi della Città di Agrigento potrebbero essere privati del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per mancanza di fondi

Pubblicato 2 anni fa

Gli alunni disabili degli istituti comprensivi della Città di Agrigento potrebbero essere privati del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per mancanza di fondi. Un’ipotesi sempre più concreta che potrebbe diventare realtà a partire dal 12 novembre. A comunicarlo ai presidi è stato lo stesso comune con una nota del 16 settembre scorso e, nonostante un incontro con le cooperative tenutasi lo scorso 13 ottobre, il rischio della sospensione del servizio è dietro l’angolo. 

Almeno fino al 22 dicembre quando, queste almeno sono le rassicurazioni fornite, il servizio riprenderà regolarmente. Per questo motivo il Comune, comunicando chele risorse destinate all’erogazione del servizio, presenti nel capitolo di spesa, sono sufficienti ad assicurare lo svolgimento dello stesso per sole 7 settimane e fino a metà novembre , con nessuna possibilità di provvedere a maggiori stanziamenti”  ha prospettato ai genitori e ai lavoratori di “valutare la possibilità di consentire l’erogazione del servizio per tutta la durata del primo quadrimestre scolastico, assumendo una retribuzione delle ore di assistenza, riconosciute ad ogni utente, nel limite del budget di spesa assegnato con i voucher.” 

Una soluzione non gradita sia ai genitori che agli stessi lavoratori, gli Asacom, una figura cheaffianca lo studente con disabilità sensoriale o con disturbo dello spettro autistico nella fase dell’apprendimento scolastico, supporta le attività relazionali e di interazione con l’ambiente che lo circonda, ha il compito di compensare e allo stesso tempo favorire i processi comunicativi attraverso canali verbali e ne favorisce l’acquisizione di abilità autonome”. Una vicenda che vede da una parte i genitori che lamentano “una condotta discriminatoria verso gli studenti diversamente abili” e i lavoratori che denunciano uno “stato di precarietà poiché tale condotta porterà a non rispettare le ore definite da un contratto lavorativo inficiando in tal modo il diritto al lavoro”; dall’altra il Comune di Agrigento senza fondi. 

La vicenda ha origine lo scorso 16 settembre quando il Comune di Agrigento, con una nota, ha comunicato a tutte le scuole della città chele risorse destinate all’erogazione del servizio, presenti nel capitolo di spesa, sono sufficienti ad assicurare lo svolgimento dello stesso per sole 7 settimane e fino a metà novembre , con nessuna possibilità di provvedere a maggiori stanziamenti, stante che per quella data l’iter di approvazione del bilancio di previsione 2021-2023, in consiglio comunale, non potrà essere concluso come comunicato [..] ciò pertanto comporterebbe l’interruzione del servizio con grave nocumento degli utenti. Continua la nota del Comune di Agrigento: “In virtù del principio di accomodamento ragionevole, di cui all’art.2 della legge n.18 e agli art. 1 e 2 del Dlgs, che intendono come tale quelle modifiche e adattamenti necessari ed appropriati, che non impongono un onere sproporzionato o eccessivo adottati, ove ve ne sia la necessità in casi particolari,per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.”Infine l’invito alle scuole “a valutare la possibilità di consentire l’erogazione del servizio per tutta la durata del primo quadrimestre scolastico, assumendo una retribuzione delle ore di assistenza, riconosciute ad ogni utente, nel limite del budget di spesa assegnato con i voucher.”

La lettera dei genitori 

“L’inizio del corrente anno scolastico non è stato uguale per tutti e, in particolare, per gli alunni disabili è un vero e proprio inferno poiché dopo il ritardo “sistematico” di due settimane nell’avvio del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione, adesso su di loro pende la paventata sospensione dello stesso per metà novembre, come indicato dalla nota emanata dalla dirigenza. L’Asacom è una figura “ad personam” assegnata allo studente con disabilità. Le sue funzioni sono essenziali per poter consentire il percorso scolastico degli alunni e tale servizio viene garantito dalla legge 104 e non è soggetto a esigenze di bilancio. La sospensione costituisce reato di interruzione di pubblico servizio, oltre che una condotta discriminatoria verso gli studenti diversamente abili. Com se non bastasse, in questi giorni, il Comune di Agrigento ha dapprima convocato i presidi e successivamente le cooperative senza minimamente tenere in considerazione i genitori degli alunni. La soluzione che l’amministrazione ha prospettato è quella di una decurtazione delle ore di assistenza, spalmandole nel periodo successivo a quello indicato, non tenendo conto dell’ufficialità del Piano Educativo Individualizzato (PEI) che costituisce la “carta d’identità” dell’alunno, firmato anche dai medici dell’Asp. Tutto ciò è surreale perché si chiede alle famiglie di autorizzare una decurtazione, assumendosene la responsabilità, in considerazione del fatto che neanche un genitore può arbitrariamente alterare un PEI. Noi chiediamo che il servizio venga assicurato per l’intero anno scolastico “senza se e senza ma” e nondimeno, l’amministrazione deve comprendere che se la coperta è corta non possono essere gli alunni disabili a farne le spese. Nel caso ciò non avvenisse siamo pronti ad adire le vie legali.”

La lettera dei lavoratori 

“In questi giorni di fermento ad Agrigento per la decisione del Comune di sospendere il servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per gli alunni disabili emerge ancora di più la complessa situazione lavorativa della figura stessa. L’Asacom è una figura professionale, un assistente ad personam che opera nelle scuole. Essa viene prevista dall’articolo 13 comma 3 della Legge 104 e l’erogazione del servizio è di competenza degli Enti Locali, nello specifico del comune per la primaria di primo e secondo grado e delle città metropolitane per la secondaria. L’Asacom affianca lo studente con disabilità sensoriale o con disturbo dello spettro autistico nella fase dell’apprendimento scolastico, supporta le attività relazionali e di interazione con l’ambiente che lo circonda, ha il compito di compensare e allo stesso tempo favorire i processi comunicativi attraverso canali verbali e ne favorisce l’acquisizione di abilità autonome. Una figura determinante nella vita scolastica dell’alunno che consente di realizzare appieno il diritto all’istruzione e all’integrazione dello stesso. Eppure tale competenza viene generalmente misconosciuta. L’Asacom ogni giorno deve affrontare all’interno delle scuole numerose problematiche (contratti determinati, ore di lavoro pagate soltanto se l’alunno è presente) essenzialmente perché viene considerato un operatore esterno alla scuola, anche se il servizio è scolastico. Tornano alla situazione attuale, però, si è toccato il fondo. Ad inizio anno scolastico, a causa dell’inerzia dell’amministrazione comunale di Agrigento, gli alunni disabili sono rimasti senza l’apporto della nostra figura e per sopperire a ciò molti assistenti hanno prestato ore di servizio di volontariato presso le scuole (in alcune di essere è stato necessario l’intervento dei genitori per autorizzare l’ingresso), molti altri non lo hanno potuto svolgere e sono rimasti a casa ritardando, in ogni caso, quello che doveva essere il primo giorno lavorativo. Oggi, nel momento in cui viene proposta una decurtazione di ore assegnata all’utente, non viene leso soltanto il diritto dell’alunno ma anche quello del lavoratore. Si vuole mettere mano d una riprogrammazione senza considerare che quelle costituiscono ore lavorative, previste da un contratto, ore che per contratto devono essere svolte nell’arco di un determinato tempo. Invece si chiede ai lavoratori di venire meno alle condizioni contrattuali e di lavorare per lo stesso compenso previsto ma per un periodo di tempo più lungo. Tutto ciò alimenta ancor di più lo stato di precarietà in cui versa tale figura poiché tale condotta porterà a non rispettare le ore definite da un contratto lavorativo inficiando in tal modo il nostro diritto al lavoro”. 

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