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Anziano legato e ucciso a Palma di Montechiaro: 23 anni alla badante

Condannata la badante per l'omicidio di Michelangelo Marchese, avvenuto a Palma di Montechiaro nell'estate 2020

Pubblicato 2 anni fa

Legato, percosso e ucciso per sottrargli la macchina e pochi spiccioli. La Corte di Assise di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, ha condannato a 23 anni di reclusione Dana Mihaela Nicoletta Chita, badante rumena di 28 anni, per l’omicidio di Michelangelo Marchese, 89 anni di Palma di Montechiaro.

La donna, a cui sono state concesse le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, dovrà risarcire con una provvisionale di 20 mila euro ciascuna delle parti civili costituitesi, rappresentate dagli avvocati Vito Cangemi e Giuseppe Fabio Cacciatore. La Procura di Agrigento aveva chiesto la condanna all’ergastolo.

Disposta anche l’espulsione dal territorio italiano una volta finito di scontare la pena. Il brutale omicidio, che ha sconvolto l’intera comunità palmese, si è consumato in un appartamento in via Pietro Attardo. Era l’11 luglio 2020. Il cadavere di Marchese fu ritrovato dai carabinieri con mani e piedi legati. Dell’uomo non si avevano notizie da alcuni giorni così sono intervenuti i Vigili del Fuoco appositamente giunti da Licata. Quando hanno aperto la porta d’ingresso Marchese giaceva, legato, senza vita. Già una prima ispezione del medico legale nell’immediatezza dei fatti aveva escluso la morte naturale. L’autopsia, poco dopo, aveva confermato l’omicidio.

Le indagini, condotte sul campo dai carabinieri della Compagnia di Licata, e dai militari della stazione di Palma di Montechiaro, si sono fin da subito concentrate sulla badante dell’anziano che era stata pure sentita subito dopo il delitto.

La svolta nelle indagini si ha con il ritrovamento dell’auto della vittima in possesso di un pregiudicato di Canicattì che ha confermato la circostanza che la donna, dopo l’omicidio, lo avesse contattato per far sparire la macchina. La donna, secondo la ricostruzione, dopo aver compiuto la rapina e ucciso l’uomo avrebbe lasciato la casa a soqquadro fuggendo con l’auto della vittima. L’imputata è difesa dall’avvocato Angelo Asaro.

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