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Anziano legato e ucciso a Palma di Montechiaro: al via processo a badante

La vicenda riguarda la morte violenta di Michelangelo Marchese

Pubblicato 4 anni fa

E’ cominciato questa mattina il processo a carico di Dana Mihaela Nicoletta Chita, badante rumena di 27 anni, accusata di omicidio volontario aggravato e rapina. La vicenda riguarda la morte violenta di Michelangelo Marchese, 89enne di Palma di Montechiaro trovato cadavere all’interno del suo appartamento in via Pietro Attardo con mani e piedi legati l’11 luglio 2020. L’imputata, difesa dall’avvocato Angelo Asaro, è comparsa davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara. Negli scorsi mesi è stata citata direttamente a giudizio non potendo, dunque, beneficiare (come previsto dalla legge) della scelta del rito abbreviato essendo – quello coonestato – un reato che prevede la pena dell’ergastolo.

Le indagini e la svolta

Già una prima ispezione del medico legale nell’immediatezza dei fatti aveva escluso la morte naturale. Per questo il sostituto procuratore Chiara Bisso aveva disposto l’autopsia che aveva confermato l’omicidio. Le indagini, condotte sul campo dai carabinieri della Compagnia di Licata – guidati dal capitano Francesco Lucarelli – si sono fin da subito concentrate sulla badante dell’anziano che era stata pure sentita subito dopo il delitto. Di Marchese non si avevano notizie da alcuni giorni così sono intervenuti i Vigili del Fuoco appositamente giunti da Licata. Quando hanno aperto la porta d’ingresso il cadavere di Marchese era insanguinato e presentava mani e piedi legati. La svolta nelle indagini si ha con il ritrovamento dell’auto della vittima in possesso di un pregiudicato di Canicattì che ha confermato la circostanza che la donna, dopo l’omicidio, lo avesse contattato per far sparire la macchina. La donna, secondo quanto ricostruito, dopo aver compiuto la rapina e ucciso l’uomo avrebbe lasciato la casa a soqquadro fuggendo con l’auto della vittima. Gli esami del Ris di Messina hanno fatto scattare le manette e la donna è stata tradotta al carcere di Agrigento

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