Caltanissetta

Appalti, arrestato il sindaco di Resuttano: coinvolto anche un agrigentino, 8 indagati (NOMI)

Nell'inchiesta è coinvolto anche un imprenditore agrigentino oltre a professionisti e tecnici comunali

Pubblicato 2 giorni fa

Arrestato dai carabinieri per i reati di turbata libertà degli incanti e falso ideologico in alcuni appalti il sindaco di Resuttano Rosario Carapezza. Nei suoi confronti è stata eseguita la misura cautelare dei domiciliari. Insieme a lui sono indagati nell’inchiesta della Procura di Caltanissetta anche il capo dell’ufficio tecnico del Comune di Resuttano e altri due impiegati dello stesso ufficio. Secondo l’accusa avrebbero truccato i sorteggi per favorire un’azienda.

Sono otto in tutto gli indagati, a vario titolo, per i reati di turbata libertà degli incanti e falso ideologico negli appalti nell’inchiesta della Procura di Caltanissetta sul Comune di Resuttano, su indagini dei carabinieri. Oltre al sindaco Rosario Carapezza, da poco eletto consigliere provinciale, difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì, posto ai domiciliari, è stata applicata la sospensione per un anno dall’esercizio di svolgere un pubblico ufficio a Giuseppe Barbieri, Rup del progetto al centro delle indagini, e agli impiegati comunali Antonino Geraci e Antonino Genduso. Sottoposti al divieto per un anno di contrarre con la pubblica amministrazione ai liberi professionisti Gandolfo Diprima, Marilena Diprima e Mario D’Anna e l’agrigentino Salvatore Castaldo.

Avrebbero fatto costantemente ricorso ad accordi con imprenditori e professionisti, al fine di turbare le gare indette dal Comune di Resuttano, in particolare quella relativa alla realizzazione di un Centro comunale di raccolta dei rifiuti urbani indifferenziati e quella per i lavori di manutenzione straordinaria ed adeguamento del campo sportivo del comune di Resuttano. E’ questa una delle accuse mosse dalla Procura di Caltanissetta, al sindaco di Resuttano Rosario Carapezza e ad alcuni impiegati comunali, indagati a vario titolo, insieme a liberi professionisti e un imprenditore, per turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. I fatti risalgono al periodo tra il 2019 e il 2022. La turbativa si sarebbe concretizzata, secondo l’ipotesi accusatoria, nell’accordarsi preventivamente sugli esiti del procedimento, nel manipolare l’estrazione dell’offerente da invitare alla fase della “procedura negoziata”, nel redigere falsi verbali di “sorteggio e di gara”. La contestazione delle ipotesi di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, riguarderebbe, invece l’affidamento di incarichi di progettazione, di direzione di lavori e manutenzione di edifici scolastici e comunali. Secondo l’accusa il sindaco di Resuttano avrebbe realizzato le presunte condotte illecite mosso dall’intento di favorire imprenditori e professionisti a lui vicini per garantirsi “consenso” politico, e quindi vantaggi elettorali.

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