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Appalti pilotati, Cuffaro non risponde al giudice ma rende dichiarazioni spontanee 

Totò Cuffaro non ha risposto alle domande della gip ma ha voluto rendere una breve dichiarazione spontanea

Pubblicato 58 minuti fa



L’ex Presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Palermo, ma ha reso dichiarazioni spontanee. Il politico, accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta, per il quale la Procura ha chiesta gli arresti domiciliari, non ha risposto alle domande della gip ma ha voluto rendere una breve dichiarazione spontanea davanti alla gip Carmen Salustro. Sarà adesso la giudice a decidere sulla richiesta di arresto per Cuffaro, che ha già lasciato il Tribunale senza parlare con i giornalisti. “E’ stata eccepita l’inutilizzabilità della relazione di servizio dei Carabinieri del Ros” depositata dalla Procura di Palermo al gip. “E’ stata fatta una questione formale”. A dirlo, uscendo dal Tribunale è l’avvocato di Salvatore Cuffaro, Giovanni Di Bendetto, che difende il politico con l’avvocato Marcello Montalbano. Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha reso dichiarazioni spontanee. Nei giorni scorsi la Procura ha depositato la relazione contenente le dichiarazioni di Cuffaro ai Carabinieri del Ros all’indomani della notifica della richiesta di arresto.

Gli avvocati Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, “rappresentano che il Dottore Cuffaro si è oggi, su loro indicazione, avvalso della facoltà di non rispondere, pur avendo reso delle dichiarazioni spontanee”. Così, in una nota della difesa dell’ex Presidente della Regione siciliana. “Ciò in quanto si ritiene indispensabile, prima di sottoporsi a qualsivoglia interrogatorio, un approfondimento sul compendio probatorio con il quale misurarsi, con particolare riferimento al contenuto delle intercettazioni”, dicono i legali. “Tale convincimento nasce anche dal fatto che l’unica trascrizione di intercettazione ambientale finora ascoltata, anche con l’ausilio di un consulente tecnico espressamente nominato, è risultata errata su un punto di centrale rilevanza per la configurabilità del reato contestato al capo 5) in concorso con Vetro, Pace e Tomasino (nel senso che non si ravvisa la parola ”soldi” e la frase in questione, diversamente da quanto emerge nella trascrizione, non è stata proferita dal Dott. Cuffaro)”, spiegano i legali. “Nel corso dell’udienza camerale la difesa ha eccepito l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per tutte le incolpazioni provvisorie contestate, nonché l’inutilizzabilità della relazione di servizio contenente asserite dichiarazioni spontanee rese dal Dott. Cuffaro e da questo disconosciute”, conclude la nota.

“Ho fiducia nella giustizia”. Sono queste le uniche parole pronunciate da Toto’ Cuffaro, circondato dai cronisti e accompagnato dai legali Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, poco prima di presentarsi davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia nell’ambito dell’indagine della procura di Palermo che lo vede indagato, assieme ad altri 17, con l’accusa, a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Sono arrivati al palazzo di giustizia anche il capogruppo Dc all’Ars Carmelo Pace e Antonio Abbonato, collaboratore di Cuffaro. 

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Grandangolo Settimanale N. 40 - pagina 1

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