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Concorsi truccati al Policlinico: il prof. Carmelo Sciumè, doveva essere neutralizzato

Le intercettazioni rivelano le trame per impedire al primario di Agrigento di vincere il concorso

Pubblicato 2 anni fa

Concorsi pilotati, punteggi alterati, accordi tra potenti e faide per favorire amici con meno titoli piuttosto che persone in regola.

Le microspie piazzate in ospedale hanno mostrato un quadro che il gip Donata Di Sarno, definisce nell’ordinanza di custodia cautelare un “quadro a dir poco sconfortante”.

Sono 23 in tutto gli indagati della maxi inchiesta della Procura di Palermo il cui “dominus” indiscusso è Gaspare Gulotta, 71 anni di Santa Margherita Belice, ex professore universitario e direttore del dipartimento di chirurgia dell’azienda ospedaliera universitaria policlinico “P. Giaccone”. Il professore, insieme alla figlia Eliana, 38 anni, chirurgo plastico in servizio presso l’azienda ospedaliera Civico – Di Cristina – Benfratelli di Palermo, è finito agli arresti domiciliari. Per altre 11 persone è stata disposta una misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici. Altri 10 sono indagati a piede libero. Tra questi ci sono diversi agrigentini: Leonardo Gulotta, 30 anni, altro figlio del direttore e fratello del chirurgo, tirocinante a Messina; Giuseppina Campisi, 56 anni di Sciacca, direttrice del Dipartimento di Chirurgia Oncologica e Stomatologia dell’Università degli Studi di Palermo; Maria Letizia Eufrasia La Rocca, 55 anni di Montevago, medico. Le accuse, a viario titolo, sono corruzione, peculato, turbata liberta’ di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.

LE ACCUSE

Quasi tutte le ipotesi di reato sopra elencate sono contestate a Gaspare Gulotta, vero e proprio protagonista dell’intera inchiesta. In particolare il professore è accusato di corruzionepoiché si sarebbe adoperato nel fare vincere i concorsi indetti dall’Università degli Studi di Palermo per le nomine i professori e ricercatori a candidati da lui stesso designati in particolare in base ad un “patto di alternanza” con Mario Adelfio Latteri in virtù del quale stabilivano a turno (“Uno lo piazzi tu.. uno lo piazzo io..”) i vincitori”; Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente per aver condizionato e stabilito il contenuto di atto equipollente al bando e turbato il procedimento volto all’adozione del verbale di fissazione dei criteri di valutazione dei candidati”; Abuso d’ufficio “per aver procuratore un ingiusto vantaggio patrimoniale ad un candidato nonostante quest’ultimo avesse ottenuto un punteggio inferiore rispetto ad un altro”; Rivelazioni di segreti di ufficioper aver utilizzato notizie che dovevano rimanere segrete al fine di redigere una nuova graduatoria provvisoria e far vincere un candidato”; Falsità ideologica “per aver fatto attestare falsamente da soggetti allo stato rimasti ignoti nei registri informatici di sala operatoria la sua partecipazione ad almeno 10 interventi”; Peculato “per essersi appropriato di somme spettanti all’amministrazione pubblica presso cui prestava ufficio delle quali aveva disponibilità in ragione dell’attività prestata e nello specifico somme tra i 100 e 200 euro che costituivano compensi pagati 68 pazienti per un totale di oltre 13 mila euro senza versare il 43% (circa 5.500 euro) all’azienda sanitaria”; Truffa per aver mediante raggiri omesso di dichiara al proprio datore di lavoro azienda sanitaria lo svolgimento tra giugno 2019 e febbraio 2020 di attività libero-professionale presso lo studio di Santa Margherita Belice inducendo in errore l’azienda e procurandosi un ingiusto profitto”.

Quest’ultimo reato è contestato in concorso con la figlia Eliana, esecutrice materiale, per tre operazioni eseguite tra il settembre 2019 ed il maggio 2020; ma anche con la dottoressa Maria Letizia La Rocca ed il figlio Leonardo in particolare per aver istigato la prima a redigere un certificato falso sulla base di una visita medica mai effettuata e che ha permesso al giovane Gulotta, in servizio all’ospedale Policlinico G. Martino di Messina, di assentarsi per malattia da metà agosto fino a inizio settembre 2020. Tra le accuse, contestate sia a Gaspare Gulotta che alla figlia Eliana, c’è anche quella di calunnia nei confronti del marito di quest’ultima.

La storia ricostruita dagli inquirenti è ai limiti della realtà. Padre e figlia si presentano nel commissariato di Palermo Centro rilasciando dichiarazioni a sommarie informazioni producendo un certificato e simulando lesioni provocate dal coniuge che invece sapevano essere innocente. In pratica, secondo l’accusa, Eliana Gulotta – in conflitto con l’ex marito – si sarebbe fatta rilasciare un certificato medico attestante lesioni per “incastrare” l’ex coniuge con l’aiuto del padre. Per questa vicenda vengono anche ipotizzati i reati – contestati ad un agente di polizia e ad uno della Dia di Palermo – di accesso abusivo allo Sdi.

LE INDAGINI

L’attività investigativa si è svolta dal luglio 2019 all’ottobre 2020 ed è stata eseguita dai carabinieri del Nas del Comando Provinciale di Palermo. Le investigazioni nascono dopo la denuncia presentata a maggio del 2019 da un medico del reparto di Chirurgia toracica del Policlinico palermitano che ha raccontato una serie di condotte illeciti poste in essere da Gaspare Gulotta, all’epoca dei fatti direttore del dipartimento di chirurgia dell’azienda ospedaliera universitaria policlinico “P. Giaccone”.

In particolare il querelante accusava Gulotta di visitare liberamente i suoi pazienti per poi intascare il pagamento senza rilascio di alcuna ricevuta fiscale e di sottoporli successivamente ad esami di diagnostica presso il Policlinico saltando qualsiasi lista di attesa. Un’altra delle accuse mosse è quella della partecipazione a molti interventi di ricostruzione della mammella della figlia Eliana, specialista in chirurgia estetica, e non titolare di rapporti con l’azienda sanitaria. E ancora veniva denunciata la sparizione di numerose cartelle cliniche fino ad arrivare alla “madre” delle accuse: i concorsi truccati.

Da qui inizia l’attività di intercettazione telefonica e ambientale con l’installazione di cimici e telecamere nello studio del prof. Gulotta da cui sarebbe emerso un vero e proprio “salotto privato nel quale venivano discussi giochi di potere e logiche di spartizioni illegali”. Gli inquirenti, dunque, vanno oltre a quanto messo nero su bianco dal medico nei verbali e scoprono una realtà più inquietante poiché caratterizzata da diversi protagonisti.

I CONCORSI PILOTATI

Sono cinque i concorsi finiti sotto la lente degli inquirenti e che sono ritenuti “pilotati” tutti svolti nel periodo 2019-2020 presso l’Università degli studi di Palermo e, in particolare, per un posto di professore ordinario di I fascia; 2 professori associati di II fascia e 2 ricercatori a tempo determinato. Questo – sostengono gli inquirenti – è stato ovviamente possibile anche grazie alla complicità di altri professori del dipartimento, tra cui la prof.ssa Campisi, nonché di professori membri, di volta in volta, delle commissioni giudicatrici. Ciò è accaduto anche perché – si legge nel provvedimento – Gulotta e Latteri conoscono su tutto il territorio nazionale buona parte dei professori che hanno i titoli per prendere parte alle commissioni di concorso. Uno degli elementi “decisivi” nell’esito è senza dubbio la cosiddetta “intenzione della sede”, intesa come accoglimenti da parte dei commissari esterni, del nome del viciniore suggerito dai professori dell’Università in cui è indetto il concorso. In tutti e cinque i concorsi sono stati sempre indicati dal Dipartimento commissari esterni “amici” di Gulotta e Latteri o a loro “riconoscenti” per aver in precedenza ricevuto da loro favori, come la normativa vigente peraltro consente, essendo ammessa la possibilità di scegliere in commissione un membro interno che provenga dallo stesso macro-settore dello stesso Dipartimento che ha indetto il bando. Sfruttando questo “cavillo” i due professori hanno di fatto quasi sempre ottenuto nei concorsi di loro interesse l’inserimento in commissione di loro conoscenti. E anche il sistema del sorteggio dei candidati esterni è privo di garanzie: gli appartenenti a questa lista, di cui peraltro fanno parte gli stessi Gulotta e Latteri, sono inseriti a pieno titolo nel sistema che permea gli Atenei italiani poiché è emerso che i commissari hanno sempre assecondato quanto stabilito dai due professori.

IL PRIMARIO DI AGRIGENTO CHE DOVEVA ESSERE NEUTRALIZZATO

Tra le “vittime” del patto dell’alternanza tra Gulotta e Latteri ci sarebbe anche il prof. Carmelo Sciumè, direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Generale, Endoscopia e Laparoscopica dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Sciumè ha partecipato al concorso di professore di prima fascia oggetto delle indagini, quello che avrebbero dovuto vincere Agrussa o Cocorullo. Numerose sono le conversazioni in cui Gulotta si mostra molto preoccupato per una possibile vittoria dello Sciumè, soggetto che deve essere quindi neutralizzato. Il 9 maggio 2020 Gulotta si trova nella propria stanza con l’ing. Russo ed in quel contesto gli fa leggere i punteggi provvisori che gli sono stati egregiamente trasmessi dalla commissione di concorso. I due leggono in silenzio la lettera poi parlano di parametri, di pubblicazioni e di punteggio totale. Significativa è la metafora dei libri che Gulotta riprende: “Si..questo è quello che abitualmente si fa.. abbiamo una libreria e abbiamo messo dei libri, posso cambiare l’altezza delle scaffalature, posso modificarle, posso farlo.. questi si.. non è che non lo poss.. il problema che oggettivamente.. però.. Cocorullo, Lo Monte, Sciumè.. a prescindere.. però Sciumè me ne fotto.. e cambia l’altezza della scaffalatura, ovvero cambiare l’altezza.. posso modificarla.” Con queste parole Gulotta dice in pratica che è possibile intervenire sui punteggi in modo da dare un maggiore valore proporzionale ad alcuni titoli piuttosto che ad altri. Il 12 maggio 2020 viene intercettata una conversazione tra Di Buono e Gulotta nella quale i due discutono della manipolazione dei punteggi provvisori. Utilizzando un dialetto siciliano Gulotta dice di temere di “perdere u sceccu cu tutti i carrubbi”, ossia che Lo Monte e Sciumè possano spuntarla sui suoi allievi Agrusa e Cocorullo e pertanto dice a Di Buono di andare “più in alto possibile.. di tenerci il margine..”. Le immagini delle telecamere documentano Di Buono che mostra gli elenchi al prof. Gulotta e gli dice: “Io scrivo una discorsiva perché l’elenco c’è messo.. l’elenco c’è.. Se uno non perde né carrubbi né secco è sempre meglio, però capisco”. Il 18 maggio Gulotta dialogando con Gregorio Scerrimo e Pio Sciacca mostra i suoi timori: “C’è purtroppo il problema questo cazzo di Lo Monte.. Lo Monte.. Sciumè.. sono molto vicini, questo è il vero problema.. il mio timore è che in questo concorso ci sono diverse persone.. da Palermo arrivano input.. ci sono Cocorullo, Agrussa.. Romano è lontano, Cipolla è pure lontano. Cipolla di Latteri è lontano, Romano è lontano, ma Sciumè, Cocorullo, Agrusa… e Lo Monte sono molto vicini. Alla fine però Gulotta sa che la commissione farà vincere uno dei miei.. la mia persona”. Il 9 giugno 2020 in una conversazione intercorsa con la dott.ssa Gabriella Militello, il Gulotta le confessa di aver fatto un giro impressionante in macchina in un’altra sede (cioè a Napoli dal commissario Docimo) per aggiustare 3 punti, al fine di non fare vincere Lo Monte e Sciumè che definisce “palloni gonfiati”. Da altre intercettazioni si capisce che i tre punti sono andanti in favore di Agrusa. Inoltre Gulotta riferisce di un viaggio a Messina per andare a parlare con Navarra. Gulotta teme anche il fatto che Sciumè goda di un punteggio aggiuntivo in quanto primario: “C’è Sciumè che è primario e quando è primario, direttore di unità complessa, tu hai un punteggio, lo stabilisci prima, i criteri li stabilisci prima, se tu sai che Sciumè è primario e tu… Al primariato un punteggio 10, Cocurullo che ha un’unità semplice prende un punteggio 6 e a lui (Angrusa) zero, un’onda da zero a dieci è un punteggio enorme..Che io ho dovuto lavorare per aggiustare 3 punti, sono stato personalmente io, che sono andato in un’altra sede in macchina..molto lontano.. sono andatao li per cinque minuti.. perché poi pure avevo un viaggio.. e sono rimasto sei ore, sono arrivate alle due e mezza di notte.. ma non in Sicilia.. mi ritrovo Sciumè con 10 punti.. Tu lo sai che il vincitore.. Lo Monte.. se vince Sciumè, con questi palloni gonfiati.. tutti e due.. la casistica..4000 colon.. tu 5000 intervento di cui 4000 colecisti che non ti valgono niente, come cazzo dici che quello chirurgicamente zero ..” Il prof. Cocorullo raggiunge Gulotta nella sua stanza l’8 luglio 2020 mostrandosi molto contrariato per l’esito provvisorio del concorso che in quel momento lo vedeva soccombente rispetto ad Agrusa. In tale occasione Gulotta gli manifesta anche le sue preoccupazioni per il fatto che gli esterni alluso gruppo – cioè Lo Monte e Sciumè – siano messi “strabenissimo”, ragion per cui sia lui che Latteri temono in sede di riedizione delle valutazioni “un colpo di mano” addirittura “una pazzia” della commissione che potrebbe non seguire le indicazioni di Gulotta e far vincere qualcuno di diverso: “Mi mettono cà a Sciumè o un coso”. Gulotta in particolare è preoccupato per “quello pure che è lontano” riferendosi a Sciumè che lavora all’ospedale di Agrigento, temendo che i titoli scientifici dei suoi pupilli possano soccombere rispetto al punteggio extra di Sciumè derivante “Dai dieci punti di Unità Complessa, questa minchiata che ha fatto la commissione per cui dieci punti per direttore di unità complessa”. Il 18 settembre Gulotta incontra nella sua stanza il dott. Nicolò Cucinella che è lo zio di Agrusa e parla della manipolazione dei punteggi provvisori del concorso di prima fascia, preoccupato del fatto che i suoi pupilli fossero testa a testa con Sciumè: “Quindi mi trovavo in difficoltà, lui veniva superato persino Sciumè.. il primario di Agrigento.. gli danno 10 punti in quanto responsabile di unità complessa e Cocorullo pigliava 6 punti in quanto responsabile di unità semplice.. un metro, per i concorsi universitari questo titolo non conta.. noi abbiamo altre fisime.. ma siccome lui mi ha detto quello ha zero totale..io pensavo di andare lì per 5 minuti.. in periodo covid..traghettamento a Messina..controlli.. io non volevo lasciare traccia, sono andato a dormire in un B&B..non sono andato in albergo.. per non lasciare traccia.. mafiosi..che avevo perso il documento.” Poi Gulotta continua: “Per legge i commissari non possono conoscere i candidati prima.. per cui Latteri già sa quali sono i titoli di Agrusa, i titoli di Cocorullo, i titoli di Lo Monte e Sciumè, quindi nel fare il primo verbale dove stabiliscono le regole, iddru può mettere punteggi ospedalieri.. Sciumè può fare ricorso. Di solito prima si nomina la commissione senza sapere chi sono i candidati. Batteri può fare il presidente della commissione perchè non c’è più il suo candidato”. Gulotta e Latteri, sostengono i pm, hanno bloccato per anni i concorsi in attesa che i loro favoriti maturassero le necessarie abilitazioni ASN a discapito di chi invece, come Sciumè, era già abilitato. In particolare c’è un altro colloquio captato dove Gulotta dice in presenza del dott. Michele Saitta: “Avevo predisposto le cose in un certo modo.. poi la commissione delle abilitazioni.. minchia che fa 5 idonei sette anni fa ho avuto io..mi sono ritrovato nessuno dei miei amici che aveva i titoli per essere idonei.. dove cazzo li avevano i titoli.. Agrusa non era manco associato.. chi li doveva avere i titoli a ordinario? perché non l’ho fatto io nel 2015 e lo sto facendo ora? Non aveva i titoli per l’abilitazione, tutto il discorso nasca da due anni a questa parte che i miei hanno l’abilitazione.. mentre prima.. chi cazzo doveva fare.. quindi ho combattuto e lo ammetto non me ne sono pentito per cercare di non fare diventare ordinario la dott.ssa Patti, il prof. Schiume, il prof. Lo Monte e gli altri abilitati che c’erano.. per una porcheria che ha fatto la prima commissione che a una telefonata che arriva da Palermo: fammi a chista, fammi a chddru e i ficiru.” Gulotta aggiunge: “Secondo me nessuno di questi meritava di entrare.. e i miei anche se non avevano i titoli e l’abilitazione non potevaano passare dietro a questi, quindi la mia…è stata per 5 anni di battere nel gruppoo chirurgico e a non fare bandire nessun concorso”.

TUTTI GLI INDAGATI

Gaspare Gulotta, 71 anni di Santa Margherita Belice; Eliana Gulotta, 37 anni di Palermo; Leonardo Gulotta, 29 anni di Palermo; Mario Adelfio Latteri, 69 anni di Palermo; Roberto Coppola, 69 anni di Roma; Antonio Maria Giuseppe Navarra, 56 anni di Catania; Ludovico Docimo, 63 anni di Napoli; Ignazio Attilio Lo Monte, 63 anni di Palermo; Giuseppina Campisi, 56 anni di Sciacca; Antonino Agrusa, 54 anni di Cinisi; Gianfranco Cocorullo, 63 anni di Palermo; Giuseppe Di Buono, 37 anni di Palermo; Gregorio Scerrino, 62 anni di Palermo; Giovanni Guercio, 60 anni di Palermo; Fiorella Sardo, 54 anni di Marsala; Letizia Maria La Rocca, 55 anni di Montevago; Pio Sciacca, 63 anni di Palermo; Alessandra Iacono, 42 anni di Palermo; Gaspare Cusumano, 54 anni di Cinisi; Salvatore Bosco, 60 anni di Palermo.

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