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Concorsi truccati, il chirurgo Gulotta respinge le accuse: “Hanno vinto i più bravi”

La figura principale dell'inchiesta "Università Allegra" ha risposto alle domande del Gip

Pubblicato 2 anni fa

Non c’è stata alcuna spartizione dei posti al Policlinico di Palermo e chi ha vinto lo ha fatto per merito e non perché i concorsi erano pilotati nella logica del “uno lo piazzi tu e uno lo pizzo io”. Gaspare Gulotta, 71 anni di Santa Margherita Belice, ex professore universitario e direttore del dipartimento di chirurgia dell’azienda ospedaliera universitaria policlinico “P. Giaccone”, ha risposto alle domande del gip Donata Di Sarno respingendo le accuse mosse dalla Procura di Palermo. Gulotta è finito ai domiciliari insieme alla figlia nell’ambito dell’inchiesta “Università Allegra”. Il professore è sicuramente la figura principale dell’indagine. E’accusato di corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio, rivelazioni di segreti di ufficio, falsità ideologica, peculato, truffa e calunnia. Gli inquirenti, di fatto, gli contestano l’aver pilotato cinque concorsi messi a bando dall’Università seguendo una logica di spartizione con l’altro “barone” Mario Adelfio Latteri, 69 anni di Palermo. Gulotta, accompagnato dagli avvocati Mario Bellavista e Giovanni Cascioferro, ha respinto ogni accusa. Sui concorsi ha affermato che non c’è stato alcun broglio ma chi ha vinto lo ha fatto per merito. Si è difeso anche dall’accusa di calunnia (quella che gli è costata i domiciliari insieme alla figlia) ai danni dell’ex genero. Secondo i pm avrebbe effettuato un vero e proprio dossieraggio nei confronti del marito della figlia arrivando anche a produrre un certificato medico attestante delle lesioni. Infine ha anche parlato delle visite effettuate presso lo studio privato di Santa Margherita Belice affermando che gran parte di essere sono state svolte gratuitamente. 

LE INDAGINI

L’attività investigativa si è svolta dal luglio 2019 all’ottobre 2020 ed è stata eseguita dai carabinieri del Nas del Comando Provinciale di Palermo. Le investigazioni nascono dopo la denuncia presentata a maggio del 2019 da un medico del reparto di Chirurgia toracica del Policlinico palermitano che ha raccontato una serie di condotte illeciti poste in essere da Gaspare Gulotta, all’epoca dei fatti direttore del dipartimento di chirurgia dell’azienda ospedaliera universitaria policlinico “P. Giaccone”.In particolare il querelante accusava Gulotta di visitare liberamente i suoi pazienti per poi intascare il pagamento senza rilascio di alcuna ricevuta fiscale e di sottoporli successivamente ad esami di diagnostica presso il Policlinico saltando qualsiasi lista di attesa. Un’altra delle accuse mosse è quella della partecipazione a molti interventi di ricostruzione della mammella della figlia Eliana, specialista in chirurgia estetica, e non titolare di rapporti con l’azienda sanitaria. E ancora veniva denunciata la sparizione di numerose cartelle cliniche fino ad arrivare alla “madre” delle accuse: i concorsi truccati.

I CONCORSI

Sono cinque i concorsi finiti sotto la lente degli inquirenti e che sono ritenuti “pilotati” tutti svolti nel periodo 2019-2020 presso l’Università degli studi di Palermo e, in particolare, per un posto di professore ordinario di I fascia; 2 professori associati di II fascia e 2 ricercatori a tempo determinato. Questo – sostengono gli inquirenti – è stato ovviamente possibile anche grazie alla complicità di altri professori del dipartimento, tra cui la prof.ssa Campisi, nonché di professori membri, di volta in volta, delle commissioni giudicatrici. Ciò è accaduto anche perché – si legge nel provvedimento – Gulotta e Latteri conoscono su tutto il territorio nazionale buona parte dei professori che hanno i titoli per prendere parte alle commissioni di concorso. Uno degli elementi “decisivi” nell’esito è senza dubbio la cosiddetta “intenzione della sede”, intesa come accoglimenti da parte dei commissari esterni, del nome del viciniore suggerito dai professori dell’Università in cui è indetto il concorso. In tutti e cinque i concorsi sono stati sempre indicati dal Dipartimento commissari esterni “amici” di Gulotta e Latteri o a loro “riconoscenti” per aver in precedenza ricevuto da loro favori, come la normativa vigente peraltro consente, essendo ammessa la possibilità di scegliere in commissione un membro interno che provenga dallo stesso macro-settore dello stesso Dipartimento che ha indetto il bando. Sfruttando questo “cavillo” i due professori hanno di fatto quasi sempre ottenuto nei concorsi di loro interesse l’inserimento in commissione di loro conoscenti. E anche il sistema del sorteggio dei candidati esterni è privo di garanzie: gli appartenenti a questa lista, di cui peraltro fanno parte gli stessi Gulotta e Latteri, sono inseriti a pieno titolo nel sistema che permea gli Atenei italiani poiché è emerso che i commissari hanno sempre assecondato quanto stabilito dai due professori.

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