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Crisi idrica: vademecum per il risparmio dell’acqua in Sicilia

E' stato diffuso un vademecum delle azioni e buone pratiche per il risparmio idrico potabile e la riduzione dei consumi.

Pubblicato 4 settimane fa

In un momento di così forte criticità anche il risparmio delle risorse idriche da parte dei singoli cittadini assume un’importanza fondamentale. Per questo, il segretario generale dell’Autorità di bacino Leonardo Santoro, nominato commissario delegato per l’emergenza idrica dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, ha diffuso un vademecum delle azioni e buone pratiche per il risparmio idrico potabile e la riduzione dei consumi.

Il provvedimento è rivolto ai sindaci dei Comuni delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani, vale a dire quelle in cui è stato necessario effettuare dei razionamenti. Sarà compito degli amministratori, poi, adottare i contenuti indicati nel vademecum con ordinanze contingibili e urgenti, provvedendo alla loro attuazione e osservanza anche attraverso la Polizia municipale.

Fra le misure troviamo, ad esempio, l’applicazione di valvole rompigetto ai rubinetti, l’invito a controllare l’efficienza degli impianti idrici, a razionalizzare l’utilizzo in cucina e a usare lavastoviglie e lavatrici sempre a pieno carico. E ancora il suggerimento di innaffiare solo nelle ore notturne, l’invito a non utilizzare l’acqua potabile per il lavaggio di veicoli privati, a preferire l’impiego della doccia rispetto a quello della vasca e a non alimentare con acqua potabile le fontane ornamentali e le piscine.

Di seguito tutte le regole:

  1. Controllare l’efficienza dell’impianto idrico e verificare la presenza di eventuali perdite: con un rubinetto che gocciola si possono perdere fino a 5 litri al giorno d’acqua.
  2. 2. Non fare scorrere inutilmente l’acqua. L’esempio più classico? Lavarsi i denti con il rubinetto aperto, sprecando fino a 30 litri d’acqua, a fronte di un solo litro e mezzo con un utilizzo corretto.
  3. 3. Razionalizzare gli utilizzi anche in cucina, usando bacinelle per il lavaggio della verdura invece dell’acqua corrente. Attenzione anche quando si lavano i piatti a mano: tenere il rubinetto aperto significa lasciare scorrere 12 litri al minuto se non si chiude il rubinetto.
  4. 4. Scongelare gli alimenti all’aria ed in una bacinella L’abitudine di lasciarli sotto l’acqua corrente calda o fredda comporta un consumo di circa sei litri al minuto 5
  5. . Riutilizzare l’acqua tolta dall’acquario Si può usare per annaffiare le piante e i fiori in quanto è ricca di sostanze fertilizzanti.
  6. 6. Nel caso in cui si usi la lavastoviglie, i piatti possono prima essere sciacquati con l’acqua di cottura della pasta o usata per lavare le verdure.
  7. 7. Utilizzare lavastoviglie e lavatrici sempre a pieno carico. Questi i consumi medi stimati: fino a 15 litri per un carico di lavastoviglie (classe A) senza prelavaggio (7 litri in classe A+++), 45 litri per un carico di lavatrice (classe A), preferendo lavaggi a temperature basse. ENEA inoltre specifica che con l’installazione di pannelli solari si eviterebbero i consumi elettrici per scaldare l’acqua necessaria agli elettrodomestici.
  8. 8. Sostituire i vecchi elettrodomestici con modello a risparmio energetico. Dovendo sostituire una nuova lavatrice o lavastoviglie, acquista quelle di nuova generazione che consentono di risparmiare il 50% d’acqua e di regolare la quantità erogata in base al carico. Per avere il massimo dell’efficienza e del risparmio, selezionare la modalità eco.
  9. 9. Se possibile utilizzare rubinetti con sensori o comunque utilizzare dispositivi che riducono il flusso dell’acqua (valvole rompigetto).
  10. 10. Installare sciacquoni a doppio tasto. In questo modo è possibile risparmiare anche 100 litri d’acqua al giorno, considerando che con lo scarico monopulsante si usano fino a 16 litri di acqua.
  11. 11. Preferire l’uso della doccia a quello della vasca da bagno. Nel primo caso si usano 40 litri d’acqua, mentre nel secondo si consumano mediamente fra i 100 e i 160 litri di acqua. Il risparmio è di circa 1.200 litri d’acqua all’anno.
  12. 12. In caso di lunghi periodi di inutilizzo (es esempio quando si parte), è bene chiudere l’impianto idrico centrale.
  13. 13. Installare sistemi di raccolta per l’acqua piovana per usi non potabili (ad esempio lavaggio auto) e per innaffiare.
  14. 14. Utilizzare sistemi temporizzati per l’irrigazione a goccia o in subirrigazione, ottenendo maggiore efficienza idrica.
  15. 15. Innaffiare, se proprio è indispensabile farlo, le piante del tuo balcone o giardino, la notte (23- 5). L’acqua evaporerà più lentamente, per un risparmio medio complessivo di circa 5-10 mila litri all’anno.
  16. 16. Non utilizzare l’acqua potabile per il lavaggio dei veicoli privati e in ogni caso utilizzando il secchio anziché il getto continuo, in questo modo potremmo risparmiare 400-500 litri.
  17. 17. Non utilizzare l’acqua potabile per il lavaggio di aree cortilizie e piazzali.
  18. 18. Non utilizzare l’acqua potabile per alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine. La grave crisi che attraversiamo ne impone il non utilizzo .
  19. Recuperare l’acqua di condensa dei condizionatori o dell’asciugatrice e riutilizzarla per usi domestici, ad esempio per il ferro da stiro (è molto simile all’acqua distillata o demineralizzata).
  20. 20. Diversificare l’uso dell’acqua a seconda della sua qualità: tra acqua potabile, piovana, grigia e nera.
  21. 21. Utilizzare, se possibile, tecnologie per il riutilizzo delle acque generate dalle operazioni di igiene personale (acque grigie).
  22. 22. In giardino, effettuare operazioni sul terreno per trattenere il più possibile l’acqua. 23. Installare coperture vegetali sui tetti e giardini pensili. Esse possono assorbire fino al 50% di acqua piovana, riducono la possibilità di allagamenti in caso di forti precipitazioni. Non solo: esse favoriscono l’isolamento termico del tetto, riducono le polveri sottili e creano un microclima più gradevole, con meno calore dovuto all’irraggiamento.
  23. 24. Utilizzare pavimentazioni drenanti nelle superfici esterne agli edifici, favorendo la ricarica delle falde e mitigando l’effetto “isola di calore”.
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