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Doping per vincere gare ciclistiche dilettantistiche: 4 arresti e 16 indagati (ft e vd)

Si dopavano, mettendo a rischio la propria salute per vincere le gare ciclistiche dilettantistiche. Su delega della procura di Palermo, i carabinieri del Nas, con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio […]

Pubblicato 4 anni fa

Si dopavano, mettendo a rischio la propria salute per vincere le gare ciclistiche dilettantistiche.

Su delega della procura di Palermo, i carabinieri del Nas, con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre.
Le quattro persone finite ai domiciliari sono Cesare Monte, 39 anni nato ad Alcamo ma residente a Partinico, Gaspare Aiello, 33 anni di Partinico, Filippo Masucci, 51 anni di Palermo, Francesco Di Rosalia, 35 anni di Palermo, ma residente a Cinisi.

L’indagine è scaturita da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del NAS di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica “Granfondo MTB – Baronessa di Carini”, disputata a Carini (PA) il 29 maggio 2016. La positività ha originato una complessa attività investigativa, coordinata dalla già citata Procura della Repubblica, realizzata con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali.

Questo ha permesso di risalire al sodalizio criminoso che utilizzava come base operativa e di copertura due palestre e un negozio di integratori alimentari del palermitano”. I rispettivi titolari, tutti preparatori atletici, assieme ad un altro uomo, anch’esso preparatore e body builder, attivo collaboratore in una delle palestre, avevano posto in essere “un’intensa e ben avviata associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.

Doping, operazione Baronessa di Carini: quattro arresti

Gli investigatori hanno inoltre eseguito perquisizioni domiciliari nei confronti di altre 21 persone, delle quali 16 anche loro indagate a vario titolo per gli stessi reati o per esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti.

I titolari di palestre, tutti preparatori atletici, assieme ad un altro preparatore e body builder, attivo collaboratore in una delle palestre, avevano intrapreso un’intensa e ben avviata associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. Gli anabolizzanti venivano venduti al dettaglio o spediti nascosti all’interno di plichi veicolati da corrieri per consegne in città e in altre località dell’Italia. Si ipotizza che il volume di affari dell’organizzazione si aggirasse sui 300 mila euro annui circa, tenuto conto dei numerosi episodi di vendita documentati, del numero delle transazioni post-pay accertate e del monitoraggio dei pacchi spediti.

E’ stato
accertato che molti degli acquirenti erano atleti che praticano il
body-building a livello agonistico e partecipavano regolarmente a numerose
manifestazioni, anche di livello nazionale e internazionale, classificandosi
quasi sempre ai primi posti delle competizioni. Una delle palestre era diventata
un vero e proprio “ambulatorio del doping”, infatti, all’interno
dello spogliatoio i giovani body-builder si somministravano vicendevolmente le
sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o sottocutanee. Grazie alla
complicità di un infermiere professionale, che veniva chiamato appositamente,
venivano eseguite delle flebo per la somministrazione di sostanze per via
endovenosa.

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