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Droga a Favara, giudice “dimentica” sei imputati e la procura chiede di annullare la sentenza 

Il giudice di primo grado “dimentico” di giudicare sei dei nove imputati. La Corte di appello dovrà decidere se annullare la sentenza

Pubblicato 2 ore fa

Sarà la prima sezione penale della Corte di appello di Palermo a doversi pronunciare sulla validità della sentenza emessa nel processo scaturito dall’inchiesta “Casuzza”, una indagine che ipotizza un traffico di stupefacenti tra Favara e Canicattì. La procura generale ha chiesto questa mattina che il dispositivo di primo grado venga dichiarato nullo.

La vicenda è legata a quanto accaduto a margine del processo celebrato ad Agrigento. Un caso più unico che raro. Il gup dell’epoca ha giudicato soltanto tre dei nove imputati “dimenticando” di pronunciarsi sui capi di imputazione relativi agli altri sei. Una circostanza decisamente irrituale che portò il giudice a dichiararsi incompatibile e i legali della difesa (gli avvocati Sergio Baldacchino, Salvatore Cusumano, Giuseppe Barba, Ninni Giardina, Graziella Vella, Calogero Vetro e Antonella Carlino) a chiedere l’azzeramento di tutti gli atti.

Il procedimento passò così ad un altro giudice che, con apposita ordinanza e ripercorrendo quanto accaduto, stabilì che “eventuali vizi possono essere sindacati medianti gli ordinari mezzi di impugnazione; così ritiene anche la giurisprudenza, avendo affermato che la soluzione al vizio dell’omessa pronuncia parziale da parte del giudice di primo grado è, appunto, la declaratoria da parte della Corte di Appello della nullità parziale della sentenza nella parte in cui risulti viziata da omessa pronuncia con conseguente restituzione agli atti al primo giudice.” In altre parole, sarà la Corte di appello di Palermo a decidere se annullare o meno il verdetto di primo grado. Si torna in aula il 16 dicembre per le arringhe della difesa. 

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