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Ucciso mentre tenta di salvare ragazzo da pestaggio, morto 21enne; fermato presunto omicida

Il fermato è un giovane; era nella sua casa assieme alla compagna.

Pubblicato 5 ore fa

Cerca di sedare una rissa, provando a salvare un ragazzo da un pestaggio ma viene ucciso a colpi di pistola. E’ accaduto nella notte nella zona della movida di Palermo, a pochi passi dal Teatro Massimo di Palermo. Si chiamava Paolo Taormina e aveva 21 anni il giovane ucciso nella notte nei pressi del locale ‘O’ Scruscio’, in piazza Olivella. Era il figlio del titolare del locale nei pressi del quale dei giovani stavano pestando un coetaneo.
Ma come si fa? Qual è la motivazione. Mi hanno distrutto la vita. Come si fa a sparare in testa a un ragazzo? Come faccio a vivere ora? Mi avete tolto la speranza”. Urla disperata la madre di Paolo Taormina. Attorno alla donna parenti e amici che cercano di consolarla. Tanti i giovani ancora vicini al pub dove si è consumato il delitto che è uno dei luoghi della movida di Palermo.

Secondo una prima ricostruzione il giovane dopo avere sedato il pestaggio di un ragazzo sarebbe stato preso di mira dal branco, quando uno dei giovani ha estratto la pistola e avrebbe centrato la testa.

Il fermato per la morte di Paolo Taormina sarebbe Gaetano Maranzano, 28 anni. Il giovane è originario del quartiere Zen ed è stato fermato dai carabinieri in casa della compagna nel quartiere Uditore. Sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio e comprendere con quale arma sia stato assassinato il 21enne. Secondo una prima ricostruzione, fornita alle forze dell’ordine dai testimoni, Taormina sarebbe stato ucciso con un colpo di pistola alla testa dopo aver tentato di fermare una rissa.

Sarà eseguita tra domani e dopodomani l’autopsia sul corpo di Paolo Taormina; La salma si trova nella camera mortuaria del Policlinico. L’esame autoptico sarà eseguito all’istituto di Medicina legale dello stesso Policlinico. 

“Stava lavorando nel suo locale, quando ha visto che il branco si è accanito su un ragazzino pestandolo a sangue. A quel punto è uscito e ha chiesto di smetterla. Poco dopo è successo l’inferno”. A parlare è uno dei ragazzi che la notte scorsa erano davanti al locale Scruscio, dove è avvenuto l’omicidio di Paolo Taormina. Su quanto accaduto indagano i carabinieri del Reparto operativo di Palermo che stanno ascoltando i testimoni presenti nella zona al momento dell’omicidio e analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza.

Su uno dei tavolini del pub “O scrusciu”, dove è stato ucciso la notte scorsa Paolo Taormina, qualcuno ha posato un fiore, con lo stelo avvolto nella carta argentata. Il pub, che si apre con una tensostruttura sullo slargo di via Salvatore Spinuzza, ma la cui entrata è su vicolo Lettighieri, è stato sequestrato su ordine della magistratura. Attorno ad esso vi sono diverse telecamere le cui registrazioni sono esaminate dagli inquirenti. Davanti al pub arrivano sei ragazzi tra i 15 e i 18 anni su tre motorini elettrici che vengono allontanati da una pattuglia dei carabinieri che è ancora lì. “Lo conoscevo era un bravo ragazzo” dice uno dei giovani subito redarguito da un altro: “Stai zitto”. “Non vogliamo dire niente, non sappiamo niente, non parliamo coi giornalisti” dice un altro ragazzino dando una boccata alla sigaretta elettronica. 

LE REAZIONI

“Basterà un morto ammazzato di 21 anni a fare cambiare la politica dei governi nazionale e locale?». La domanda, retorica e carica di rabbia, apre il documento del sindacato, che chiama in causa direttamente i vertici dello Stato e della città: il ministro degli Interni, il Prefetto e il sindaco di Palermo. A loro, la Cgil chiede se continueranno a parlare di «statistica e percezione» di fronte a una vita spezzata.Il sindacato rivendica con amarezza un monito lanciato appena lo scorso luglio, dopo altri episodi di violenza. Già allora denunciavano una «illegalità diffusa, tollerata e a tratti giustificata» che alimenta il degrado sociale. Le loro parole di allora suonano oggi come un epitaffio: «Lo Stato batta un colpo prima che ci scappi il morto». Purtroppo, quel colpo non c’è stato e il morto, adesso, c’è.La Cgil non usa mezzi termini, definendo l’omicidio di Paolo non un fulmine a ciel sereno, ma l’esito prevedibile di un allarme ignorato. La tragedia dell’Olivella si aggiunge a una «cronica sequenza di allarmi», dimostrando il fallimento delle politiche di prevenzione e un controllo del territorio evidentemente insufficiente.La conclusione è un avvertimento che gela il sangue e chiama tutti a un esame di coscienza: «Senza una chiara assunzione di responsabilità dei responsabili e poi di tutti i cittadini, potrebbe non essere l’ultimo». Un messaggio potente che sposta il dibattito dalla cronaca di una notte di follia alla responsabilità collettiva per la sicurezza di un’intera città.

La Uil Sicilia esprime “profondo dolore e sdegno per l’ennesima tragedia che ha colpito la città di Palermo. È inaccettabile che chi si impegna per la pace e la convivenza civile venga colpito con tale violenza – afferma la segretaria Luisella Lionti – e la Uil Sicilia chiede con urgenza alle istituzioni e alle forze dell’ordine di intensificare la loro presenza e azione sul territorio per garantire sicurezza e rispetto della vita soprattutto nei quartieri più sensibili della città. Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà alla famiglia del giovane, ai suoi amici e a tutti coloro che lottano quotidianamente per una Palermo più giusta e sicura”. La Uil Sicilia ribadisce “il proprio impegno nel sostenere ogni iniziativa volta a combattere fenomeni di violenza e a promuovere un clima di dialogo e legalità”. 

Palermo è oramai il far west. Anche la scorsa settimana spari nel centro. Oggi un ragazzo morto. La Sicilia è una bomba ad orologeria tra delinquenza, malasanità, infiltrazioni mafiose, corruzione e sprechi. Non possiamo far finta di nulla. Il Governo deve intervenire“. Così il leader di Azione Carlo Calenda.

Con profonda tristezza e commozione, apprendiamo la notizia della tragica scomparsa del nostro ex alunno Paolo Taormina, vittima di un gesto insensato. Paolo ha pagato per un gesto di altruismo, per il suo coraggio. In questo momento di grande dolore, la nostra comunità scolastica si stringe attorno alla sua famiglia, agli amici, ai suoi ex compagni, a chi lo ha conosciuto e amato. Che il ricordo di Paolo ci sproni tutti a lavorare per una società più giusta, più umana, più compassionevole”. Lo dicono i dirigenti, docenti e studenti dell’ente di formazione Euroform frequentato da Paolo Taormina.

“Che fine ha fatto il governo della sicurezza? Dicevano che con Giorgia Meloni al governo l’Italia sarebbe tornata un Paese sicuro. Invece, le strade, da PALERMO a Napoli, da Roma a Torino, sono diventate il teatro di una violenza quotidiana”. Lo scrive sui social Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva. L’ultima vittima si chiamava Paolo Taormina, aveva ventun anni È stato ucciso con un colpo alla testa mentre tentava di sedare una rissa nel cuore di Palermo. Non era un delinquente ma un ragazzo che cercava di fermare il male. Da quando a Palazzo Chigi c’è Giorgia Meloni, l’Italia ha visto una scia di sangue silenziosa. Perché quando si tagliano i fondi ai comuni, si smantellano i presìdi territoriali per mandare le forze dell’ordine in Albania a fare la guardia al bidone, si riduce la prevenzione, si costruiscono le condizioni perfette per la violenza. Lo chiediamo a Giorgia Meloni: che fine ha fatto il governo della sicurezza?”, conclude.

Omicidio Paolo Taormina (foto BlogSicilia)

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