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Il boss a processo per abusivismo chiama a deporre responsabile Utc di Licata

E’ ripreso questa mattina, davanti il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Rossella Ferraro, il processo a carico di Angelo Occhipinti, alias “Piscimoddu”, 65enne considerato il capo della famiglia mafiosa di Licata nonché personaggio chiave dell’inchiesta “Assedio” con cui gli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo hanno portato alla luce l’ascesa al vertice del […]

Pubblicato 4 anni fa

E’ ripreso questa mattina, davanti il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Rossella Ferraro, il processo a carico di Angelo Occhipinti, alias “Piscimoddu”, 65enne considerato il capo della famiglia mafiosa di Licata nonché personaggio chiave dell’inchiesta “Assedio” con cui gli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo hanno portato alla luce l’ascesa al vertice del clan di Occhipinti. 

Non fatti di mafia ma abusivismo. Il boss è finito a processo, insieme al genero Raimondo Semprevivo (anche lui coinvolto nell’ambito del blitz Assedio) per alcuni lavori abusivi di terrazzamento in una abitazione sul litorale licatese. Occhipinti, difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Chiara Proietto, si è sottoposto all’esame dell’imputato respingendo le accuse mosse nei suoi confronti: “Non ho effettuato alcun lavoro di terrazzamento e la struttura esisteva da molti anni prima come è facilmente riscontrabile dalle carte del catasto. Inoltre ho segnalato ai carabinieri la rottura di un tubo che poteva creare danni sversando liquidi direttamente a mare. Per il resto mi sono limitato solo a pulire l’area, di proprietà di Semprevivo, che era diventata una discarica a cielo aperto.”

Su questa circostanza la difesa ha chiesto e ottenuto dal giudice il via libera per convocare in aula a riferire in merito il responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Licata e il tecnico di Girgenti Acque che intervenne per la rottura. Si torna in aula il 27 novembre.

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