Il Centro raccolta rifiuti da realizzare, Di Mauro ad Alesci: “Facciamolo, sennò ci levano le carte dalle mani”
Del direttore della Srr Ag4 Ato Agrigento Est, Claudio Guarneri, il deputato regionale lo apostrofa così: “Ascoltami, Guarneri è pazzo ... pazzo lucido!"
Questa volta l’intercettazione è stata realizzata all’interno della casa agrigentina dell’ex assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro mentre conversa con il super-burocrate licatese Sebastiano Alesci, attualmente detenuto per le vicende legate all’inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento convenzionalmente denominata “Appalti e mazzette”. I trojan inoculati nei telefoni di entrambi cominciano a rendere nota la conversazione agli investigatori lo scorso 25 marzo e tutto viene trascritto. Alesci, monitorato dalle telecamere istallate nella zona dello stadio Esseneto certificano il suo arrivo. E partono così altre indagini legate ad importanti progetti. Milioni di euro, per farla breve.
Le informative della Squadra mobile guidata da Vincenzo Perta e dal suo vice, Andrea Palermo, inviate alla Procura sono impietose. E fermo restando il diritto di tutti di essere innocenti sino a sentenza definitiva, la vicenda decolla partendo dal concetto secondo cui Roberto Di Mauro, avrebbe approfittato del peso legato al suo ruolo istituzionale all’interno del Governo Regionale, ed avrebbe esercitato le proprie influenze per favorire gli interessi dell’architetto Sebastiano Alesci legati alla gestione dei progetti relativi alla realizzazione del C.C.R. (Centro di raccolta di rifiuti) presso il Comune di Ravanusa, già sotto osservazione dall’A.N.A.C., nonché quello relativo alla realizzazione, in Provincia di Agrigento, di un impianto T.M.B. (trasformazione meccanico biologico) in C.S.S. (combustibile solido secondario) ottenuto da rifiuti non pericolosi, per il quale Sebastiano Alesci rivendicava a Roberto Di Mauro la futura conduzione del progetto stesso che formalmente farà capo alla S.R.R. Ato Ag.4 Agrigento Est, nonché del bando per il finanziamento dell’opera.
Alesci si recava da solo presso l’abitazione di Di Mauro e dopo i convenevoli, informava l’allora assessore regionale all’Energia di aver partecipato ad una riunione via internet, riguardante gli impianti di C.S.S., in cui si era fatto il punto sullo stato delle opere, come richiesto dalla Cassa depositi e prestiti.
L’architetto licatese soffermava la sua attenzione sull’inerzia mostrata da Giuseppe Pendolino, presidente della S.S.R. Ato AG4 Est, nonché sindaco di Aragona e adesso presidente del Libero consorzio comunale di Agrigento e chiedeva direttamente a Di Mauro se l’impianto per la realizzazione del C.S.S. dovesse essere fatto oppure no. Lapidaria la risposta di Di Mauro che affermava che l’impianto doveva essere realizzato, altrimenti li avrebbero estromessi da qualsiasi competenza (“Si, sennò ci levano le carte dalle mani … “).
L’architetto spiegava meglio e riteneva di aver bisogno dell’intervento di Giuseppe Pendolino, anche se non lo citava esplicitamente, affermando di aver inviato il preventivo e tutta la documentazione necessaria per l’approvazione.
Il parlamentare regionale diceva ad Alesci se dovesse essere lui a contattare Pendolino, ma quest’ultimo lo invitava a non fare nulla, poiché si sarebbe occupato personalmente di chiamarlo per capire quali fossero le sue intenzioni in merito.
Appariva chiaro – annotano i poliziotti della Squadra mobile – che i due stessero parlando di Pendolino, quando menzionavano la sua candidatura alle elezioni amministrative, svoltesi il 27 aprile successivo, per la presidenza del Libero consorzio comunale di Agrigento. Infatti, commentando l’inerzia di Pendolino nella gestione della S.R.R., Alesci chiedeva a Di Mauro se intendessero puntare su di lui per le elezioni. Ricevuta risposta affermativa, Alesci chiedeva se Pendolino avrebbe mantenuto lo stesso atteggiamento anche qualora fosse stato eletto alla guida dell’ente provinciale. Di Mauro lo rassicurava, spiegando che, una volta eletto, avrebbe nominato qualcuno per risolvere la situazione. Tuttavia, in quel momento, la preoccupazione di Pendolino sembrava essere quella di non entrare in conflitto con Claudio Guarneri, direttore della S.R.R. AG4 A.T.O. Agrigento Est), dato l’importante peso politico di quest’ultimo, probabilmente in riferimento alle preferenze elettorali che avrebbe potuto assicurare.
Prima della conclusione della conversazione, Di Mauro indicava Guarneri come pazzo e pericoloso: “Si, è pericoloso, Guarneri è pazzo! Ascoltami, Guarneri è pazzo … pazzo lucido!”.