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Il pentito favarese Quaranta: “Vi spiego cosa sono ‘famigliedde’ e ‘paraccari'”

Il Tribunale del Riesame di Palermo ha esaminato due importanti posizioni riguardanti indagati dell’inchiesta “Mosaico” sfociata venti giorni fa nel provvedimento di cattura che ha portato in carcere che ha portato in carcere Calogero Bellavia, 31 anni; Antonio Bellavia, 48 anni; Calogero Ferraro, 42 anni; Carmelo Nicotra, 38 anni; Gerlando Russotto, 31 anni; Carmelo Vardaro, […]

Pubblicato 4 anni fa

Il Tribunale del Riesame di Palermo ha esaminato due importanti posizioni riguardanti indagati dell’inchiesta “Mosaico” sfociata venti giorni fa nel provvedimento di cattura che ha portato in carcere che ha portato in carcere Calogero Bellavia, 31 anni; Antonio Bellavia, 48 anni; Calogero Ferraro, 42 anni; Carmelo Nicotra, 38 anni; Gerlando Russotto, 31 anni; Carmelo Vardaro, 44 anni; Vincenzo Vitello, 65 anni, Michelangelo Bellavia, 32 anni, tutti coinvolti nelle torbide trame che hanno provocato morti e feriti sull’asse Favara – Liegi.
Si attende a brevissimo il responso che riguarda Carmelo Nicotra, difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano e Calogero Ferraro, difeso dall’avvocato Totò Virgone.
Ma tiene banco, ancora oggi e con rinnovato interesse, l’inchiesta Mosaico stessa, nella sua globalità, grazie alle attività investigative della Squadra mobile di Agrigento guidata da Giovanni Minardi che, tra le altre cose, ha acquisito la testimonianza del pentito per eccellenza, almeno per Favara, Giuseppe Quaranta. Quest’ultimo è stato interrogato tre volte sulle vicende legate allo scontro tra i clan Furia-Distefano e Bellavia-Ferraro.

Ecco cosa dichiara l’ormai ex boss favarese il 7 maggio 2019 ai pubblici ministeri della Dda di Palermo (nelle pagine 2 e 3 gli altri verbali)

Adr: le famigghiedde sono costituite da 10/15 persone che vengono chiamate i paraccari, che hanno una struttura gerarchica composta da capi, sottocapi, capo-decina e così via. Sono a disposizione di Cosa nostra per alcune mansioni, per esempio la custodia dei latitanti o l’appoggio logistico ai componenti di Cosa nostra, ma a differenza di Cosa nostra non hanno in programma il compimento di estorsioni o traffici di droga od omicidi.

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