Agrigento

Inchiesta Gruppo Pelonero: Procura ricorre in Cassazione dopo annullamento misure

Il Riesame aveva annullato tutte le misure cautelari

Pubblicato 3 anni fa

La Procura di Agrigento ricorre in Cassazione, contro la decisione del Tribunale del Riesame di annullare tutte le misure cautelari, nell’ambito dell’inchiesta “Malebranche” che avrebbe fatto luce sulle operazioni finanziarie del gruppo Pelonero. I sostituti procuratore Alessandra Russo e Paola Vetro, titolare del fascicolo d’inchiesta, chiedono di fatto alla Cassazione di ripristinare tutte le misure cautelari disposte nel luglio scorso dal Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco. 

I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere alla bancarotta, al riciclaggio e all’autoriciclaggio. Sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle – guidate dal nuovo colonnello appena insediatosi Rocco Lopane e dal comandante del Nucleo Finanziario col. Giuseppe Dell’Anna – operazioni finanziarie “spericolate” che riguardano 12 società operanti nel settore dei giocattoli, cosmetica e articoli di casa (7 fallite e 5 ancora in attività) riconducibili alla famiglia Sferrazza. Secondo l’accusa, infatti, il gruppo Pelonero avrebbe creato e svuotato le aziende creando non soltanto danno ai creditori (perlopiù fuori la Sicilia) ma anche all’erario non pagando le tasse.

Il Tribunale del Riesame ad ottobre aveva annullato tutte le misure cautelari che avevano portato agli arresti domiciliari dieci componenti della famiglia Sferrazza: “Non è stato offerto alcun elemento diverso dalla mera ripetizione di più fatti di bancarotta e dei legami di parentela o affinità tra gli indagati idonee a comprovare l’effettiva creazione di un gruppo criminale seppur familiare”. E’ questo il passaggio con cui il Tribunale del Riesame spiega il perché sono state annullate le ordinanza di custodia nei confronti della famiglia Sferrazza finita nel vortice dell’inchiesta “Malebranche” che ipotizza una serie di operazione spericolate del cosiddetto “Gruppo Pelonero”. Secondo i giudici del Tribunale della Libertà, che hanno disposto scarcerazione e annullamento della misura per tutti gli indagati, non esisterebbe una vera e propria associazione a delinquere ma singoli episodi di bancarotta

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