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La faida di Palma di Montechiaro, 39enne indagato per omicidio parla e respinge le accuse

Si sono tenuti questa mattina, davanti il gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto, gli interrogatori di garanzia delle cinque persone arrestate l’altro ieri in un blitz congiunto di carabinieri e polizia che ha fatto luce sugli omicidi di Enrico Rallo e Salvatore Azzarello, il primo nel 2015 ed il secondo nel 2017, maturati nell’ambito […]

Pubblicato 4 anni fa

Si sono tenuti questa mattina, davanti il gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto, gli interrogatori di garanzia delle cinque persone arrestate l’altro ieri in un blitz congiunto di carabinieri e polizia che ha fatto luce sugli omicidi di Enrico Rallo e Salvatore Azzarello, il primo nel 2015 ed il secondo nel 2017, maturati nell’ambito di una faida tra famiglie innescata dal furto di alcuni mezzi agricoli. 

L’unico indagato a non avvalersi della facoltà di non rispondere è stato Ignazio Rallo, fratello della prima vittima della faida, accusato di omicidio aggravato in concorso. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui uno dei tre componenti del commando che il 22 agosto 2017 entrò in azione in contrada Burraiti uccidendo il bracciante agricolo Salvatore Azzarello, a sua volta sospettato di aver ucciso il fratello di Ignazio Rallo un anno e mezzo prima. 

“Sono innocente, non ho mai progettato vendette e non sapevo fino al momento del mio arresto che Salvatore Azzarello, che non conosco, fosse responsabile della morte di mio fratello. Sono estraneo al furto di mezzi agricoli – ha spiegato Rallo – e non ho mai fatto indagini alla ricerca dell’assassino di mio fratello. Con Angelo Castronovo (unico indagato per entrambi gli omicidi) mi ci sono visto tre volte occasionalmente. Poi Rallo fornisce la sua interpretazione alle intercettazioni che proverebbero – di fatto – il contrario di quanto appena detto: “Parlo in dialetto e molte volte usiamo termini che possono essere confusi.”

La posizione di Ignazio Rallo è sicuramente tra le più delicate dell’intera inchiesta: secondo la ricostruzione accusatoria sarebbe stato proprio lui, insieme al fratello Enrico, a rubare alcuni mezzi agricoli agli Azzarello innescando la faida tra famiglie. Sempre lui, secondo le indagini, avrebbe poi vendicato la morte del fratello attendendo oltre un anno e mezzo. 

Scena muta, invece, per gli due indagati che hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere: si tratta di Angelo Castronovo, 63 anni, Roberto Onolfo, 28 anni. Entrambi sono accusati di omicidio (la custodia cautelare del primo però è per armi): Castronovo è indagato per entrambi gli omicidi perché – secondo la Procura di Agrigento – avrebbe materialmente partecipato al primo omicidio (quello di Rallo) mentre avrebbe fornito indicazioni fondamentali al commando per uccidere Azzarello; Onolfo è accusato dell’omicidio proprio di Azzarello: secondo le indagini sarebbe lui, insieme a Ignazio e Giuseppe Rallo, il terzo componente del commando. 

Il collegio difensivo, che preannuncia già ricorso al Tribunale del Riesame, è composto dagli avvocati Giovanni Castronovo, Santo Lucia, Giuseppe Vinciguerra, Chiara Proietto e Maria Licata. 

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