Apertura

La morte in ospedale dell’onorevole Trincanato: due medici a processo per omicidio colposo

Il gip del Tribunale di Termini Imerese Claudio Bencivinni ha disposto l’imputazione coatta nei confronti di due medici – PierEnrico Marchesa e Tiziana Facella – per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Accolta, invece, la richiesta di archiviazione nei confronti di altri quattro indagati: Guido Martorana, Valentina Alaimo, Giuseppe Barranco e Antonella Pellino. La vicenda […]

Pubblicato 4 anni fa

Il gip del Tribunale di Termini Imerese Claudio Bencivinni ha disposto l’imputazione coatta nei confronti di due medici – PierEnrico Marchesa e Tiziana Facella – per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Accolta, invece, la richiesta di archiviazione nei confronti di altri quattro indagati: Guido Martorana, Valentina Alaimo, Giuseppe Barranco e Antonella Pellino. La vicenda è legata alla morte dell’onorevole agrigentino Gaetano Trincanato, storico esponente della Democrazia Cristiana, deputato all’Ars per ben sei legislature ed ex assessore regionale. 

Il procedimento deriva dalla denuncia presentata dalla figlia di Trincanato. Due le richieste di archiviazione inoltrate dalla Procura di Termini Imerese: la prima è stata respinta dal Gip che ha disposto nuove indagini; l’ultima è stata parzialmente accolta con l’archiviazione di quattro posizioni e l’imputazione coatta, invece, per i due medici che adesso dovranno affrontare il processo per omicidio colposo. La lunga vicenda giudiziaria è caratterizzata da moltissimi aspetti tecnici. Trincanato muore all’ospedale di Cefalù il 17 gennaio 2016 in seguito ad un aggravarsi delle sue condizioni. L’ex onorevole aveva fatto accesso al pronto soccorso già il 3 gennaio presentando dolori addominali finendo il 17 gennaio in sala operatoria dove poi morì. Dopo la denuncia dei familiari venne disposto l’esame autoptico. 

La Procura avanzò, dunque, una prima richiesta di archiviazione sulla base di una perizia in cui veniva espressamente dichiarato che “il decesso di Trincanato non è da condurre, né in termini di causalità omissiva né commissiva, alla condotta dei sanitari che l’hanno avuto in cura”. Da una seconda perizia, invece, emerse che: “se i sanitari indagati avessero meglio interpretato in data 9.1.2016 la mutazione del corteo sintomatologico […] e avessero pertanto sottoposto il Trincanato a procedimenti diagnostici [..] con elevata probabilità prossima alla certezza, avrebbe modificato il proseguo degli accadimenti clinici che portarono all’exitus del paziente”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *