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Licata, arrestato consigliere comunale: è accusato di tentato omicidio

Arrestato consigliere comunale di Licata

Pubblicato 3 anni fa

Lo avevamo scritto questa mattina e gli “sviluppi” attesi sono arrivati. I carabinieri della Compagnia di Licata hanno arrestato il consigliere comunale Gaetano Aronica, 48 anni, eletto nel 2018 con la lista “Noi con Salvini”. Il politico è accusato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione. Il provvedimento è stato firmato dal gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, che ha accolto la richiesta della Procura guidata da Luigi Patronaggio. Aronica si trova agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Aronica ha sparato due giorni fa, in via Grangela, all’ex socio in affari – anche lui ex consigliere comunale – Giuseppe “Pino” Caico. Dei quattro colpi esplosi con una pistola calibro 22, detenuta illegalmente, soltanto uno è andato a segno colpendo ad un braccio la vittima. Alla base dell’agguato ci sarebbero motivi economici e in particolare la suddivisione delle quote societarie dell’agenzia funebre che fino a poco tempo fa gestivano insieme.

IL PROVVEDIMENTO DEL GIP

“Si ravvisa il concreto a attuale pericolo che Gaetano Aronica, ove non adeguatamente contenuto commetta altri reati della stesse specie per cui si procede”. Lo scrive il Gip di Agrigento, Stefano Zammuto, nelle 11 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare con cui dispone gli arresti domiciliari del consigliere comunale ‘civico’ di Licata eletto nella lista della Lega per il tentato omicidio di un socio in affari di 71 anni. Secondo il giudice il “pericolo e’ desumibile dalle circostanze e dalle modalita’ dei fatti addebitatigli, oltre che dall’urgenza e della cogenza psicologica che lo agita, essendo in preda a un’autentica ossessione verso i contraddittori, i suoi soci, fratello compreso”. Quest’ultimo passaggio e’ riferito alla “elevata conflittualita’” che ha preceduto la sparatoria tra Aronica, da una parte, la vittima e un fratello del consigliere comunale, dall’altra, per “dissidi legati a questioni societarie afferenti l’agenzia di onoranze funebri di comune appartenenza”. “Nell’opinione di Aronica – osserva il Gip – infatti vi sarebbe un disegno, ordito dai suoi soci, per estrometterlo dalla compagine sociale”.  Era stato “poco prima provocato” dal suo socio 71enne che si “era vantato con lui di essere riuscito a sottrargli pure un magazzino”, ma “non era sua intenzione ucciderlo”, quanto, “piuttosto, quella di spaventarlo”. E’ la linea di difesa di Gaetano Aronica riportata dal Gip di Agrigento, Stefano Zammuto, nell’ordinanza di custodia cautelare con cui dispone gli arresti domiciliari del consigliere comunale ‘civico’ di Licata eletto nella lista della Lega per il tentato omicidio. Una ricostruzione che non ha convinto il Giudice delle indagini preliminari ritenendo, invece, che l’indagato abbia “posto in essere atti idonei e univocamente diretti a cagionare la morte” del suo socio.

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