Agrigento

Licata: “O paghi o muori”: arrestati Nino e Paolo Greco per usura (ft e vd)

di Irene Milisenda e Giuseppe Castaldo Una delicata inchiesta che ha scavato nel mondo dell’usura licatese ha permesso i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento guidati da Giovanni Minardi  e del commissariato di Licata guidato da Sergio Carrubba,di arrestare Antonino e Paolo Greco, padre e figlio, rispettivamente di 49 e 22 anni, vecchie […]

Pubblicato 5 anni fa

di Irene Milisenda e Giuseppe Castaldo

Una delicata inchiesta che ha scavato nel mondo dell’usura licatese ha permesso i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento guidati da Giovanni Minardi  e del commissariato di Licata guidato da Sergio Carrubba,di arrestare Antonino e Paolo Greco, padre e figlio, rispettivamente di 49 e 22 anni, vecchie conoscenze degli investigatori.

Nei loro confronti è stato emesso provvedimento di fermo dai pubblici ministeri Pierangelo Padova e Claudio Camilleri con le accuse non solo di usura ma anche tentata estrosione, anche con metodo mafioso in alcuni casi, ai danni di quattro persone finite nelle loro grinfie.

Il provvedimento
di fermo si è reso necessario perché proprio ieri, 12 maggio, i due avrebbero
imposto una sorta di ultimatum ad una loro vittima: o paghi entro il 12 maggio
o avrai gravi conseguenze per te e i tuoi familiari”.

La vicenda è
oltremodo delicata e ha mostrato ancora una volta la scarsa collaborazione
delle vittime di usura ed estorsione. Le indagini sono state condotte con i
sistemi tradizionali supportate da tecniche più sofisticate.

Paolo Greco lo scorso 8 marzo, agendo con il volto coperto da passamontagna, aveva sparato alcuni colpi di pistola, una scacciacani modificato, contro poliziotti e solo l’intervento dei colleghi che agivano sotto copertura ha impedito gravi conseguenze. Per questo episodio procede la Procura di Agrigento e l’inchiesta viene seguita dal pm Alessandra Russo.

Il padre, Nino
aveva già avuto problemi con la giustizia ed in particolare era stato arrestato
e condannato proprio per usura nell’ambito dell’operazione “Sciacallo”.

La vicenda, i cui dettagli stanno per essere spiegati in una conferenza fa emergere fatti di gravità inaudita.

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