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Mafia, processo Xidy: in aula depone il colonnello che catturò Messina Denaro

La metafora dei carciofi e il proclama mafioso del boss ergastolano Giuseppe Falsone, capo indiscusso di cosa nostra agrigentina

Pubblicato 11 mesi fa

La metafora dei carciofi e il proclama mafioso del boss ergastolano Giuseppe Falsone, capo indiscusso di cosa nostra agrigentina. È ripreso ieri mattina, davanti i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, il processo (rito ordinario) scaturito dalla maxi inchiesta Xidy, l’operazione che ha fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì e sulla riorganizzazione della Stidda nell’agrigentino. 

In aula è comparso il colonnello del Ros, Lucio Arcidiacono, l’ufficiale che lo scorso 16 gennaio ha arrestato il superlatitante Matteo Messina Denaro. Arcidiacono, rispondendo alle domande del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri, ha ripercorso i passaggi salienti dell’indagine spiegando anche quell’intercettazione divenuta il “manifesto” dell’intera operazione. Il boss Falsone incontra in carcere l’avvocato Angela Porcello e spiega, con una metafora dei carciofi, il ruolo di cosa nostra: “Ha presente il carciofo? Se si taglia spuntano i “carduna” e non c’è più ragionevolezza e ognuno agisce per conto suo”.

In questo stralcio processuale sono 9 gli imputati: oltre allo stesso Falsone ci sono anche Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì; Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì; Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni di Canicattì; Antonio Gallea, 64 anni di  Canicattì; Filippo Pitruzzella, 60 anni, ispettore della polizia in pensione; Stefano Saccomando, 44 anni di Palma di Montechiaro; Calogero Lo Giudice, 47 anni di Canicattì; Calogero Valenti,  57 anni, residente a Canicattì.

In abbreviato sono state già disposte quindici condanne e cinque assoluzioni in primo grado tra cui quelle inflitte all’ex avvocato Angela Porcello (15 anni e 4 mesi), Giancarlo Buggea (20 anni), considerato tra gli uomini più influenti in cosa nostra agrigentina; Luigi Boncori (20 anni), considerato il capo della famiglia mafiosa di Ravanusa; Lillo Di Caro (20 anni), da anni al vertice della mafia di Canicattì; Giuseppe Sicilia (18 anni e 8 mesi), ritenuto dagli inquirenti il capo della famiglia di Favara; Gregorio Lombardo (17 anni e 4 mesi), di Favara. Si torna in aula il 21 giugno.

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