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Dalla marcia ai fiori in mare: Lampedusa ricorda le vittime del naufragio

Cerimonia ha commosso tutti i partecipanti

Pubblicato 3 anni fa

La marcia a Lampedusa in ricordo delle vittime ai naufragi del 3 e 11 ottobre 2013 è partita da Piazza Castello in presenza del Comitato del 3 ottobre, del sindaco Filippo Mannino, il presidente della Camera Roberto Fico e migliaia di studenti provenienti da tutta Europa.

  “A distanza di 9 anni si continua a morire nel Mediterraneo centrale ed orientale, lungo la rotta atlantica e balcanica, nel canale della Manica e lungo i confini tra Polonia e Biellorussia. Dal 2013, oltre 24 mila persone hanno perso la vita solo nel Mediterraneo. I morti delle migrazioni spesso non hanno nome, non hanno volto, non hanno storia. Corpi sepolti senza identità, vittime senza nome, persone a cui è stato negato il futuro. Il comitato 3 ottobre chiede alle istituzioni europee che il 3 ottobre diventi ‘Giornata europea della memoria e dell’accoglienza”‘, afferma il presidente del comitato Tareke Brhane.    “Per noi del comitato, il 3 ottobre resta una data che ci ricorda come il salvataggio di vite umane debba sempre restare la priorità numero uno e come questa responsabilità debba essere una responsabilità condivisa da tutti gli stati membri dell’Unione Europea“.

La marcia arrivata a Porta d’Europa, luogo simbolo delle commemorazioni, per un momento di preghiera.

Coloro che sono in fuga da luoghi di guerra, da luoghi dove non sono liberi hanno il diritto di essere accolti”. Lo ha detto Giuseppe Cumbo Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Agrigento, a nome dell’arcivescovo di Agrigento: monsignor Alessandro Damiano.Chiediamo di non vedere, in coloro che arrivano, dei pericoli. E non sono solo numeri, ma persone – ha aggiunto – . Chiediamo a Dio di non abbandonarci in quelle difficolta’ che non ci permettono di essere cristiani”.

Commosso anche il sindaco Filippo Mannino. E’ silenzio assoluto dinanzi al monumento realizzato da Mimmo Paladino dove tanti studenti e superstiti hanno gettato i fiori, margherite nella maggior parte dei casi, in mare dalla scogliera di Porta d’Europa a Lampedusa.

Siamo qui per ricordare le vittime di quel 3 ottobre del 2013. Vittime che rimarranno scolpite su queste rocce. Cercavano un futuro e si sono scagliati qua. Dobbiamo cambiare politiche migratorie. Lo Stato deve essere per forza comunità, abbiamo aderito alla Comunità Europea per condividere la sovranità. E l’Europa lo deve capire per gestire i flussi migratori, per andare a parlare con gli altri Paesi. Una Europa che deve aiutare e no pensare ai blocchi navali. Credo che le strade siano tracciate, – ha aggiunto – vanno solo percorse, come questi naufraghi che cercano di riprendere in mano le proprie vite”.Cosi il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico.

Poi le autorità e i superstiti a bordo delle motovedette di Capitaneria e Guardia di finanza hanno raggiunto il punto esatto raggiungeranno il punto esatto del naufragio e sono state gettate in mare le corone di fiori.

Anche l’ex sindaco di Lampedusa Totò Martello ha ricordato le vittime del naufragio: ” Ricordare questo drammatico evento non significa solo rendere omaggio alla memoria di quelle vittime innocenti, significa anche ribadire un impegno che deve coinvolgere le istituzioni e la società civile, affinché non ci sia più nessun’altra vittima delle migrazioni ed affinché vengano sempre rispettati i diritti inviolabili di ciascun essere umano. Possono cambiare i governi e le amministrazioni, ma la comunità di Lampedusa non dimentica. I lampedusani non faranno mai mancare il loro aiuto a chi è in difficoltà.

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