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Omicidio imprenditore ravanusano Vivacqua: processo torna per la terza volta in Appello

La quinta sezione della Corte di Cassazione ha deciso: si torna per la terza volta in Appello dove sarà ancora la Corte d’Assise di Milano a valutare le posizioni Diego Barba, considerato il mandante dell’omicidio Salvino La Rocca, ritenuto l’intermediario, entrambi scarcerati nell’ottobre scorso per decorrenza dei termini. La vicenda è quella dell’omicidio dell’imprenditore ravanusano Paolo […]

Pubblicato 4 anni fa

La quinta sezione della Corte di Cassazione ha deciso: si torna per la terza volta in Appello dove sarà ancora la Corte d’Assise di Milano a valutare le posizioni Diego Barba, considerato il mandante dell’omicidio Salvino La Rocca, ritenuto l’intermediario, entrambi scarcerati nell’ottobre scorso per decorrenza dei termini.

La vicenda è quella dell’omicidio dell’imprenditore ravanusano Paolo Vivacqua, freddato con sette colpi di pistola nell’ufficio della sua azienda a Desio il 14 novembre 2011. Una vicenda complessa quanto quella giudiziaria. La sentenza della Corte d’Appello di Milano del maggio scorso, con cui venivano condannati a 23 anni di reclusione Diego Barba e Salvino La Rocca quali mandanti e all’ergastolo Antonino Giarrana e Antonino Radaelli, considerati invece gli esecutori materiali del delitto, è la quarta in ordine di tempo. La Corte di Cassazione aveva infatti annullato il primo processo d’Appello per La Rocca e Barba mentre aveva escluso le aggravanti nei confronti dei due killer. In primo grado e in Appello è stata assolta anche Germana Biondo, moglie di Paolo Vivacqua.

L’imprenditore fu ucciso all’interno dei locali della sua azienda in via Bramante, a Desio. E’ stato freddato con sette colpi di arma da fuoco.  Il movente a distanza di quasi nove anni rimane ancora un mistero: da una possibile pista passionale alla vendetta per un pestaggio subito da Barba che i figli di Vivacqua indicavano quale amante della Biondo. Nel processo di primo grado si era fatto largo l’ipotesi del movente economico con la famigerata storia legata ad una valigetta contenenti cinque milioni di euro dell’affare Bricoman. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Manganello, Orlando, Cacciuttolo, Fregerio, Pagliarello e Sala.

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