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Operaio agrigentino caduto dal tetto di una casa, due condanne definitive

Una condanna confermata, l’altra ridotta

Pubblicato 2 anni fa

Una condanna confermata, l’altra ridotta. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione mettendo la parola fine alla vicenda giudiziaria scaturita dalla caduta di un operaio dall’altezza di sette metri mentre stava svolgendo alcuni lavori di manutenzione in un’abitazione di due piani a Campobello di Licata. Otto mesi la condanna a carico di Giovanna Vella, 43 anni; stessa pena anche per Carmelo Zirafi, 47 anni. Per quest’ultimo la Cassazione ha annullato un capo di imputazione.

Per entrambi interviene la sospensione della pena condizionata al pagamento di 20 mila euro in favore della parte civile. Le accuse erano lesioni colpose gravissime e per violazioni delle norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. In particolare Vella, legale rappresentante di una impresa edile, e Zirafi, direttore dei lavori, “in concorso tra loro cagionavano a S.M.,38 anni, lesioni personali dopo averlo incaricato di effettuare alcuni lavori su un tetto di una abitazione di due piani a circa sette metri di altezza omettendo di adottare le misure di sicurezza del caso come impalcature,ponteggi o, addirittura, senza fornire al lavoratore gli strumenti idonei di protezione individuale quali casco, imbracatura, cinture, elmo.”

Gli imputati sono difesi dall’avvocato Salvatore Manganello mentre la parte civile è rappresentata dall’avvocato Monica Malogioglio. 

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