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Operazione “Scrigno”: 25 arrestati tra boss e politici: a capo dei clan il ravanusano Vito D’Angelo (ft e vd)

L’inchiesta “Operazione “Scrigno”, a sorpresa, mette a nudo una clamorosa verità: a capo della cosca trapanese di stanza a Favignana  c’era il ravanusano Vito D’Angelo, settantenne, un passato da ergastolano nel supercarcere dell’isola e protagonista assoluto di quella che fu definita negli anni 60-70 la faida di Ravanusa culminata con l’omicidio compiuto a Palermo dell’albergatore […]

Pubblicato 5 anni fa

L’inchiesta
“Operazione “Scrigno”, a sorpresa, mette a nudo
una clamorosa verità: a capo della cosca trapanese di stanza a Favignana  c’era il ravanusano Vito D’Angelo,
settantenne, un passato da ergastolano nel supercarcere dell’isola e
protagonista assoluto di quella che fu definita negli anni 60-70 la faida di
Ravanusa culminata con l’omicidio compiuto a Palermo dell’albergatore Candido
Ciuni.

Infatti,i
Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, hanno arrestato, in esecuzione
dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di
Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dda, 25 persone
accusate di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso,
estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati
dal metodo mafioso.

Le indagini dei Carabinieri, coordinati dal Procuratore Francesco Lo Voi, dal Procuratore aggiunto Paolo Guido, e dai Sostituti Procuratori Gianluca De Leo e Claudio Camilleri, hanno permesso, con l’operazione odierna, di disarticolare il mandamento mafioso di Trapani retto dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo, nonché di colpire il vertice della famiglia mafiosa di Paceco, capeggiata dal pregiudicato Carmelo Salerno e esponenti della famiglia mafiosa di Marsala.

Gli
esiti investigativi hanno fornito inoltre elementi che dimostrano, per la prima
volta, l’esistenza di una articolazione mafiosa sull’isola di Favignana,
capeggiata dall’anziano Vito D’Angelo, originario di Ravanusa, che dopo aver
scontato una lunghissima pena per omicidio, era poi rimasto a Favignana,
inizialmente in regime di semilibertà, diventando un punto di riferimento per
gli esponenti di cosa nostra trapanese dell’intera provincia.

L’obiettivo
dell’organizzazione mafiosa, rimane quello di acquisire il controllo di
attività economiche, soprattutto nel campo dell’edilizia e della gestione di
esercizi commerciali per reinvestire i capitali, ma anche di raccogliere
consensi elettorali in occasione delle varie consultazioni.

Sono
infatti stati tratti in arresto anche alcuni esponenti politici del trapanese,
come l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, l’ex assessore e candidata alle
elezioni regionali del 2017, Ivana Inferrera e l’ex consigliere comunale di
Erice, Giovanni Maltese.

Le
indagini hanno infatti permesso di registrare interferenze dell’organizzazione
mafiosa nelle diverse competizioni elettorali; in alcuni casi persino la
gestione diretta del rapporto con i candidati, attraverso l’attivazione della
rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi
illeciti.

La
particolarità che emerge è data dal fatto che sono proprio i rappresentanti
locali della politica che si offrono ai mafiosi, proponendosi come loro punti
di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la
gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale, così come fatto
dal consigliere comunale Giovanni Maltese, nel
momento in cui si rivolgeva direttamente a esponenti di cosa nostra di assoluto
rilievo, come Francesco Virga e Francesco Orlando,
organizzando con gli stessi incontri riservati.

La
candidata alle elezioni regionali Ivana Inferrera, unitamente al marito
Antonino D’Aguanno, accettavano la promessa di procurare voti, mediante le
modalità mafiose, da parte dei fratelli Virga, in cambio di somme di denaro con
le quali acquistare le preferenze e promesse di assunzione di manodopera.

Anche
l’allora deputato regionale Paolo Ruggirello  si rivolgeva, in distinte occasioni, ad
esponenti dell’associazione mafiosa, tra, Pietro Virga, Francesco
Orlando,
Carmelo Salerno, Pietro Cusenza
(tutti della famiglia mafiosa di Trapani) per ottenere supporto elettorale in
occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018

Inoltre,
significativa è stata la assoluta sinergia tra articolazioni mafiose di
territori differenti, quali ad esempio Trapani e Marsala.

Dalle
indagini sono emersi elementi significativi sui rapporti inter-mandamentali
(Trapani e Marsala, che fa parte del mandamento di Mazara del Vallo), con
incontri dei diversi rappresentanti nel corso dei quali sono state gettate le
basi delle scelte imprenditoriali-mafiose e la spartizione degli introiti
illeciti.

Il
mandamento mafioso di Trapani, come si accennava, aveva anche diversificato i
propri investimenti, riuscendo ad acquisire anche la proprietà del Gran Hotel
Florio di Favignana, riconducibile a Francesco Virga.
Ma anche due negozi “Lo Scrigno” e “Lo Scrigno 2” sempre riconducibili ai Virga;
un’impresa edile e un autonoleggio riconducibili all’arrestato Francesco
Peralta
e l’Efri Bar della centralissima Via Conte Agostino Pepoli di Trapani, gestito
dall’arrestato Francesco Orlando.  Tutte
le predette attività imprenditoriali, le società che li gestiscono e relativo
compendio sono stati sequestrati dai Carabinieri, per un valore complessivo dei
beni di circa 10 milioni di euro.

Questo l’elenco dei 25 arrestati nell’operazione “Scrigno” dei carabinieri coordinati dalla Dda di Palermo, per i quali è stato disposto il carcere: l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, 53enne, di Trapani; i boss di Trapani Francesco e Pietro Virga, di 46 e 49 anni, di Erice; Diego Angileri, 82 anni, di Marsala; Salvatore Angileri, 47 anni, di Marsala; Biagio Biagio, marsalese di 52 anni; Antonino Buzzitta, 77 anni, di Erice; Pietro Cusenza, 57 anni, di Erice; Antonino D’Aguanno, 55 anni, di Erice; Vito D’Angelo, 71enne di Ravanusa; Vincenzo Ferrara, 54enne di Marsala; Vito Gucciardi, 59 anni, di Vita; Stelica Jacob, 34 anni, della Romania; l’ex assessore comunale di Trapani Ivana Anna Maria Inferrera, 56 anni, di Trapani; Domenico La Russa, 69 anni, di Trapani; Mario Letizia, 49enne di Paceco; l’ex consigliere comunale di Erice Giovanni Maltese, 64enne di Trapani; Michele Martines, 50enne di Erice; Franco Orlando, 63enne di Trapani; Francesco Paolo Peralta, trapanese di 54 anni; Giuseppe Piccione, marsalese di 47 anni; Francesco Salvatore Russo, 41enne di Erice; Leonardo Russo, 58enne di Paceco; Carmelo Salerno, 59enne di Paceco; Filippo Tosto, 48enne di Buseto Palizzolo.

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