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Pensionato ucciso a Raffadali, rinviato a giudizio 44enne

Pasquale Mangione, ex dipendente del comune di Raffadali, fu ritrovato morto nelle campagne di contrada Modaccamo il 2 dicembre 2011

Pubblicato 2 anni fa

Il gup del tribunale di Agrigento Francesco Provenzano, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Sara Varazi, ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di Roberto Lampasona, 44 anni di Santa Elisabetta, per l’omicidio del pensionato di Raffadali Pasquale Mangione. La prima udienza del processo si celebrerà il 22 maggio davanti la seconda sezione della Corte di Assise di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara. 

Pasquale Mangione, ex dipendente del comune di Raffadali, fu ritrovato morto nelle campagne di contrada Modaccamo il 2 dicembre 2011 ma la svolta delle indagini arriva soltanto 9 anni più tardi quando la Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi, raccolse le dichiarazioni di Antonino Mangione che, oltre ad auto-accusarsi, fornì diverse indicazioni sul delitto. Alcune intercettazioni ambientali disposte nel procedimento hanno poi chiuso il cerchio. 

I poliziotti arrestarono tre persone: Angelo D’Antona, 36 anni di Raffadali, considerato l’esecutore materiale del delitto; Antonino Mangione, 41 anni di Raffadali, e Roberto Lampasona, 44 anni di Santa Elisabetta. Per il primo l’accusa ha chiesto la condanna all’ergastolo mentre per Mangione 16 anni di reclusione considerando anche i benefici della collaborazione avendo raccontato i particolari dell’omicidio agli inquirenti. Il dichiarante ha raccontato di aver ricevuto una somma pari a 5 mila euro oltre a 1.300 euro per l’acquisto della pistola. In un primo momento fu indagato anche il figlio della vittima tirato in ballo quale mandante dell’omicidio del genitore. La sua posizione è stato però poi archiviata. 

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonino Gaziano, Salvatore Manganello, Salvatore Pennica, Valentina Tranchina e Teresa Alba Raguccia. I familiari della vittima, costituitisi parte civile nel processo, sono rappresentati dall’avvocato Tatiana Pletto. 

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