Agrigento

“Quasi 12, nessun colpevole”, la mamma di Stefano Pompeo: “una ferita sempre aperta”

All'università di Agrigento il dibattito sulla storia del piccolo Stefano Pompeo

Pubblicato 2 anni fa

E’ stato proiettato all’Università di Agrigento questa mattina il documentario “Quasi 12, nessun colpevole” scritto e diretto dal giornalista Gero Tedesco e prodotto da Fuoririga.

“Una storia che ha segnato una parte di questa nostra terra, che ha segnato molte coscienze”, dichiara Gero Tedesco autore del documentario. “E’ importante portarlo nelle scuole e parlare alle nuove generazioni perchè ormai nessun può non sapere che la Mafia è il cancro di questa terra”.

Il documentario racconta la storia di Stefano Pompeo, 11 anni di Favara, che venne ucciso per errore, da un commando mafioso, il 21 aprile del 1999: era sua una jeep. Amava le macchine e aveva semplicemente voluto fare un giro – per andare a comprare il pane per la cena – su una macchina che non conosceva, sulla quale non era mai salito.

“Una ferita che resta aperta, dice commossa Carmelina Presti, mamma di Stefano presente in aula per incontrare gli studenti. Il ricordo di Stefano è sempre vivo, e dobbiamo ringraziare davvero tutti perchè non è passato nel dimenticatoio”. In questi giorni Stefano avrebbe compiuto 35 anni, a Favara, molte iniziative inserite all’interno della settimana di Legalità per ricordarlo. “Noi ogni anno festeggiamo il compleanno di Stefano, con la speranza che i nostri auguri gli arrivino fino a lassù”, dice Silvia, cognata di Stefano.

Dopo l’uscita del documentario la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha deciso, dopo 20 anni, di riaprire le indagini sul caso. Al momento sono tre gli indagati e presto la vicenda approderà, per la prima volta, in un processo. 

Attendiamo una svolta giudiziaria. La DDA di Palermo ha aperto le indagini, sono stati sentiti i genitori, ma ad oggi non abbiamo nessun riscontro oggettivo e nessun provvedimento conseguenziale nè di archiviazione e nè di prosecuzioni o di eventuali rinvio a giudizio di qualche soggetto. Speriamo che venga fatta giustizia per un bambino senza che nessuno sappia nulla e senza nessun colpevole”, dice Giuseppe Scozzari, avvocato ed ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.

La proiezione del documentario è stata anticipata da un breve dibattito introdotto da Giovanni Di Maida, vice presidente di Ecua, tra gli interventi anche Franco Castaldo, giornalista investigativo che si è occupato del caso.

Di quel giorno mi ricordo il dolore, sì il dolore perchè prima di essere un giornalista, sono un uomo e sono padre”, racconta in sala il giornalista investigativo Franco Castaldo. Di morti ammazzati ne ho visti tanti, ma la storia di Stefano Pompeo mi colpì particolarmente. Adesso con questo documentario si sono riaccesi i riflettori, c’è un’indagine aperta, tre indagati, ma nemmeno i pentiti hanno aiutato gli investigatori ad avere notizie certe; qualche nome è stato fatto, ma ancora non abbiamo un colpevole”.

A moderare il dibattito Alan David Scifo, giornalista de La Repubblica e de L’Espresso.

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