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Scala dei Turchi, individuato l’autore del raid: è lo stesso che sfregiò Punta Bianca

Avrebbe agito con un complice, due denunce

Pubblicato 4 anni fa

Dopo Punta Bianca anche la Scala dei Turchi. Domenico Quaranta, 45enne di Favara, sarebbe tornato in azione danneggiando (per fortuna non in maniera permanente) un’altra bellezza naturale della provincia di Agrigento. Questa volta però avrebbe agito insieme ad un complice – G.F., anche lui di Favara – deferito anch’esso all’autorità giudiziaria per danneggiamento di bene avente valore paesaggistico.

I carabinieri della Compagnia di Agrigento, coordinati dalla Procura guidata da Luigi Patronaggio, e dal  Sostituto Chiara Bisso, sono arrivati ad una svolta in tempi celerissimi. I militari dell’Arma, guidati dal maggiore Marco La Rovere, sono risaliti ad entrambi in breve tempo grazie alle immagini della video-sorveglianza e ad ulteriori accertamenti sulla vendita del prodotto usato. I filmati della videosorveglianza hanno permesso di accertare che un furgone, un Ford Transit, è giunto di sera alla Scala dei Turchi, poi da quel mezzo sono scese due persone trascinando dei misteriosi sacchi, quelli che contenevano la polvere di ossido di ferro. Dopo un’attenta e ripetuta analisi delle immagini, i Carabinieri sono riusciti ad acquisire il numero di targa del furgone. 

Le successive perquisizioni hanno consentito di ritrovare, all’interno dei magazzini ispezionati, guanti sporchi della stessa polvere e ulteriori, inequivocabili, prove. 

“L’Arma dei Carabinieri è intervenuta nell’immediatezza per individuare subito gli autori di questo crimine ad opera di scellerati che ha deturpato uno dei beni paesaggistici più importanti della Sicilia. L’Arma non molla il territorio a difesa dei nostri cittadini e delle bellezze naturali”  , dichiara il Colonnello Vittorio Stingo.

Quaranta, come detto, è un soggetto noto alle cronache e alle forze dell’ordine. Lo scorso anno sfregiò con una bomboletta spray Punta Bianca, sito naturale “gemello” della Scala dei Turchi. Agli inizi degli anni duemila fu protagonista di due episodi dal notevole clamore mediatico che gli costarono peraltro una condanna a 16 anni di reclusione: l’11 maggio 2002 fece esplodere una bombola di gas alla fermata Duomo del metrò rosso e  appena un anno prima aveva fatto deflagrare una bombola di gas da campeggio sui gradini del Tempio della Concordia, nella Valle dei Templi di Agrigento. Dopo la condanna è ritornato alla ribalta. Nel febbraio scorso le telecamere di Striscia la Notizia si occuparono di lui in seguito al danneggiamento di diversi vasi in ceramiche posizionati sul lungomare di San Leone, quartiere balneare di Agrigento. 

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