Agrigento

Sea Watch, arresto non convalidato per Carola Rackete: è libera

Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch, Carola Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite […]

Pubblicato 5 anni fa

Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch, Carola Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare. Viene dunque meno la misura degli arresti domiciliari deciso dalla Procura che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Il gip sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria perchè i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.

Ho firmato pochi istanti fa il provvedimento di espulsione per Carola Rackete”. Ha detto il Prefetto di AGRIGENTO Dario Caputo. Vedremo cosa accade adesso perché è previsto un ulteriore interrogatorio ma nulla impedisce la firma del decreto di espulsione”.

“Bisogna leggere le motivazioni. Si valutera’ un’eventuale impugnazione”. Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, al termine dell’audizione in commissione antimafia rispondendo ad una domanda sulla mancata convalida dell’arresto della capitana della Sea Watch. “Il nostro punto di vista era diverso – ha spiegato – Per noi era necessitata l’azione di salvataggio e non invece la forzatura del blocco, che riteniamo un atto un po’ sconsiderato nei confronti della vedetta della Guardia di finanza. E’ evidente pero’ che le decisioni dei giudici si rispettano”. 

Carola Rackete è stata interrogata per circa tre ore ieri dal Gip Alessandra Vella accompagnata dai legali di fiducia Alessandro Gamberini e Leonardo Marino. Ieri sera, al termine dell’udienza, la Procura ha chiesto la convalida dell’arresto e il divieto di dimora ad Agrigento per la donna. La comandante si è difesa dicendo di essere entrata in porto per uno “stato di necessità”. La Procura di Agrigento la pensa diversamente e, in una conferenza stampa a margine dell’interrogatorio di garanzia, il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio (oggi sentito peraltro in commissioni  Affari costituzionali e Giustizia della Camera sul dl sicurezza bis) aveva definito volontaria la manovra della Sea Watch che ha causato poi l’urto con la motovedetta della Guardia di Finanza.

Per l’ipotesi di
reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina si procederà separatamente
nei confronti di Carola Rackete: nei giorni scorsi a Lampedusa il
procuratore aggiunto Salvatore Vella ha disposto alcune perquisizioni a
bordo della nave Sea Watch (attesa questa sera a Licata) con il
sequestro di “elementi di valore probatorio” al vaglio dell’autorità giudiziaria.
In ogni caso Carola Rackete sarà interrogata nuovamente ad Agrigento il
prossimo 9 luglio.

“Siccome non faccio
il giudice non decido io chi va carcere e chi non va in carcere, come ministero
dell’Interno siamo gi
à pronti, in caso di
scarcerazione, mi auguro non sia così, a rimetterla su un aereo in direzione
Berlino”.
Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, torna
sulla vicenda di Carola Rackete.

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