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Sorella Sanità, Cassazione dice no all’arresto dell’onorevole Pullara

No definitivo della Cassazione all'arresto del deputato agrigentino Pullara

Pubblicato 3 anni fa

No definitivo all’arresto dell’onorevole Carmelo Pullara.

Lo ha stabilito la Sesta sezione penale della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso del deputato licatese, assistito dell’avvocato Giuseppe Di Peri, annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame, a cui si era rivolta la Procura di Palermo, che lo scorso agosto aveva ordinato gli arresti domiciliari nei confronti dell’esponente politico.

La vicenda scaturisce dalla maxi inchiesta denominata “Sorella Sanità”, coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Sergio Demontis, che avrebbe fatto luce su un giro di tangenti e corruzione nel mondo della sanità siciliana.

Gli inquirenti avevano chiesto l’arresto di Pullara già nel maggio scorso – insieme ad altre nove persone tra manager, imprenditori e faccendieri – ma il Gip Claudia Rosini aveva rigettato l’applicazione della misura cautelare sostenendo l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

La Procura di Palermo, con il procuratore aggiunto Sergio De Montis e i sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, avevano dunque presentato ricorso al Riesame che – nell’agosto scorso – aveva ordinato gli arresti domiciliari nei confronti del parlamentare agrigentino.  Provvedimento mai diventato esecutivo grazie alla decisione adottata ieri in udienza dai giudici della Suprema corte e comunicata due ore fa.

Pullara è indagato per turbativa d’asta. Secondo gli inquirenti nel 2018 avrebbe tentato di favorire l’azienda Manutencoop, oggi Rekeep, nell’ambito degli appalti per le forniture a ospedali e aziende sanitarie provinciali.

Oggi la pronuncia definitiva della Cassazione che ha accolto il ricorso dell’onorevole Pullara e che influirà molto sulle dinamiche politiche regionali adesso che il deputato licatese ha incamerato questo positivo risultato.

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