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Strangolata studentessa di Favara: confessa il fidanzato (ft)

Brutale femminicidio in un piccolo paese in provincia di Messina, Furci Siculo, dove si è consumato un omicidio che sembrerebbe avere un movente passionale. A perdere la vita è Lorena Quaranta, 27 anni di Favara, studentessa di medicina e chirurgia all’Università di Messina. Ad ucciderla il fidanzato, Antonio De Pace, originario di Vibo Valentia, nonché […]

Pubblicato 4 anni fa

Brutale femminicidio in un piccolo paese in provincia di Messina, Furci Siculo, dove si è consumato un omicidio che sembrerebbe avere un movente passionale. A perdere la vita è Lorena Quaranta, 27 anni di Favara, studentessa di medicina e chirurgia all’Università di Messina. Ad ucciderla il fidanzato, Antonio De Pace, originario di Vibo Valentia, nonché collega universitario.

Il fidanzato, in preda ad un raptus, avrebbe strangolato la giovane favarese e, in un secondo momento, avrebbe tentato di suicidarsi tagliandosi le vene, non riuscendoci. Il tutto all’interno dell’appartamento che condividevano in via delle Mimose. Allora ha chiamato i carabinieri e con poche ma agghiaccianti parole avrebbe confessato il delitto: “Venite, ho ucciso la mia fidanzata”.

Quando i militari sono intervenuti lo hanno trovato in uno stato confusionale. L’omicida è stato trasportato nel più vicino nosocomio dove adesso è in stato di fermo e piantonato dai militari dell’Arma. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Messina, guidata dal procuratore Maurizio De Lucia. Ad occuparsi del caso i carabinieri della compagnia di Taormina. Resta ancora da chiarire l’esatta dinamica ma, soprattutto, il motivo dell’insano gesto.

Tantissimi i messaggi di cordoglio che in questi minuti vengono tributati alla giovane vittima su Facebook. Sconvolta anche l’intera comunità favarese che piange una figlia, una giovane ragazza a cui mancava davvero poco per coronare il sogno di una vita: diventare medico.

“Favara oggi si e’ svegliata fra le lacrime. Ho appreso stamani la tragica notizia della prematura scomparsa della nostra concittadina Lorena, per mano di un gesto vile, ignobile. Favara vive la tragedia nella tragedia”. Lo afferma il sindaco della cittadina in provincia di Agrigento, Anna Alba, dopo avere appreso della morte di Lorena Quaranta, studentessa di medicina uccisa dal compagno a Furci Siculo, in provincia di Messina. L’uomo, dopo avere strangolato la compagna, ha chiamato i carabinieri autodenunciandosi. “La nostra comunita’ si stringe al dolore della famiglia Quaranta”, conclude il sindaco di Favara che annuncia il lutto cittadino non appena la salma farà rientro nella città dell’Agnello Pasquale.

“Non conoscevo né la vittima né l’assassino – spiega il primo cittadino che si è recato immediatamente sul posto -. Dalle poche notizie che ho potuto raccogliere pare che entrambi non fossero originari di Furci Siculo. Confidiamo nel lavoro dei carabinieri e della magistratura per fare luce su quanto accaduto, ma ogni forma di violenza, ancora di più se commessa ai danni di una donna – precisa il sindaco leghista -, va condannata senza se e senza ma. Chi si macchia di simili gesti deve marcire in galera. La nostra comunità da sempre è in prima linea nel contrasto alla violenza di genere, abbiamo istituito un centro di ascolto e anti-violenza, ecco perché una simile notizia ci addolora profondamente”. 

Cordoglio del rettore di Messina, Salvatore Cuzzocrea, dopo la notizia del femminicidio che ha avuto come vittima Lorena Quaranta, studentessa del sesto anno del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’ateneo. Il rettore esprime “profonda tristezza e dolore, a nome di tutta la comunita’ accademica, per quanto accaduto ed e’ vicino alla famiglia ed agli amici della giovane donna. Nella condizione emergenziale che stiamo vivendo, esperti di settore avevano sottolineato il rischio che la convivenza forzata potesse acuire i conflitti familiari. In questo contesto la ministra per le Pari opportunita’, Elena Bonetti, aveva ritenuto necessario porre con forza l’attenzione sulle donne, quelle fragili e in difficolta’”. Aggiunge Cuzzocrea: “Anche il nostro Ateneo su sollecitazione della Crui ha infatti aderito all’iniziativa promossa dal Ministero stesso e dara’ il massimo risalto, attraverso i suoi canali, alla campagna antiviolenza e alla diffusione del numero 1522, attivo 24 ore su 24. Sempre nell’ottica della prevenzione l’Universita’ di Messina ha messo a disposizione, gia’ dall’inizio della fase emergenziale, qualificate risorse umane e tecnologiche per attivare un servizio di supporto psicologico, disponibile per donne e uomini che si trovano in difficolta’”.

2 commenti

2 Commenti

  1. novara pasquale ha detto:

    Maledetto vigliacco dei crepare in galera se c’e una giustizia.

  2. Giusy Sagona ha detto:

    Perché questo maledetto virus oltre ad avere incatenato noi a casa a incatenato delle povere vittime ai suoi aguzzini.
    Non dimentichiamo le donne vittime di violenza, che sono costretta a rimanere a casa con il proprio orco .
    Qualcuno deve fare qualcosa non si possono lasciare lì .
    Le istituzioni si dovrebbero attivare per aprire un centro di accoglienza dove queste povere donne si possono andare a rifugiare.

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